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Bari, mascherine vendute con rincari fino al 4100% durante emergenza Covid: chieste 2 assoluzioni

6 Febbraio 2024
– Autore: Raffaele Caruso
6 Febbraio 2024
– Autore: Raffaele Caruso

Si è tenuta ieri l’udienza del processo sulle mascherine vendute con rincari fino al 4100% durante l’emergenza Covid, celebrato nel Tribunale di Bari. La Procura di Bari ha chiesto cinque condanne a pene comprese tra un anno e sei mesi e i due anni di reclusione per gli imprenditori accusati di aver speculato stipulando con le Asl pugliesi, durante il lockdown del marzo 2020, contratti per forniture di centinaia di migliaia di mascherine Ffp2 e Ffp3 con rincari dal 41 al 4100%. Le pene più alte sono state chieste per Romario Matteo Fumagalli (legale rappresentante della Sterimed, con sede legale nel comune leccese di Surbo) e per Massimiliano Aniello De Marco, legale rappresentante della Servizi ospedalieri di Ferrara. A loro sono contestati i reati di manovre speculative su merci, tentata truffa aggravata e frode in pubbliche forniture: la Procura ha chiesto nei loro confronti anche il pagamento di una multa da 500 euro. Per i fratelli Gaetano e Vito Davide Canosino (della 3MC spa e Penta srl di Bari) ed Elio Rubino (della Aesse Hospital di Bari), a processo per manovre speculative su merci, è stata chiesta la condanna a un anno e sei mesi di reclusione e il pagamento di una multa da 300 euro. I legali di De Marco e Canosino hanno chiesto l’assoluzione per i loro assistiti “perché il fatto non sussiste”. La fase della discussione terminerà nella prossima udienza, fissata per il 28 marzo, data in cui potrebbe anche esserci la sentenza.