Si terranno nel pomeriggio i funerali di Domenico Palazzo, il meccanico 47enne dell’Amtab stroncato da un infarto il 7 aprile scorso mentre era al lavoro nell’officina aziendale. A nulla servirono la tentata rianimazione e la corsa in ospedale. Il rito funebre era stato sospeso in attesa dell’autopsia decisa dal giudice dopo la denuncia presentata ai Carabinieri dalla moglie dell’uomo, che lascia due figli.
La donna aveva evidenziato tra le altre cose anche le pressioni a cui era stato sottoposto il meccanico, sulla cui testa pendeva il licenziamento a quanto pare “promessogli” per una storia di cui era indiretto protagonista. Come anticipato, pare che Palazzo fosse stato incaricato dall’ex capo officina di costruire un carrello per gli attrezzi aziendali, ma secondo i vertici dell’Amtab in realtà si sarebbe trattato di qualcosa ad uso personale del suo superiore, poi rimosso dall’incarico e a sua volta licenziato.
A Palazzo, che aveva ritrattato l’iniziale versione a sostegno del collega, sarebbero state fatte notevoli pressioni, insostenibili anche a detta di un altro dipendente ascoltato dagli investigatori. La gravità della situazione è apparsa evidente fin dalle prime battute, ma oggi emergerebbero ulteriori particolari. Secondo quando siamo riusciti ad apprendere, sembrerebbe che Palazzo, così come alcuni altri colleghi, non fosse in regola con le visite mediche obbligatorie per legge. L’ultima a cui sarebbero stati sottoposti risalirebbe al 2019. Si tratta tuttavia di un’indiscrezione.
Le domande alle quali chi sta indagando vuole dare una risposta sono semplici. Fosse stato sottoposto a visita medica obbligatoria si sarebbe notato il problema di salute del meccanico? Si sarebbe potuto salvare, magari spostandolo ad altro incarico? A quali pressioni era sottoposto in azienda? Per un lungo periodo a Palazzo come punizione era stato impedito di fare gli straordinari, possibilità concessa solo nel momento in cui ci si è resi conto che qualcuno aveva dimenticato di far collaudare per tempo le bombole del gas dei mezzi a metano.
Una dimenticanza particolarmente grave, che ha costretto l’azienda a richiamare in servizio anche Palazzo, con turni impegnativi, anche notturni in modo da sistemare alla meglio i catorci impiegati per sostituire i bus a metano rimasti fermi in attesa del collaudo delle bombole. Dalle indagini, nell’ambito delle quali secondo fonti interne alla Procura, come atto dovuto il presidente e direttore generale dell’Amtab, Pierluigi Vulcano, avrebbe ricevuto un avviso di garanzia per omicidio colposo, emergerebbe anche un altro particolare.
Su indicazione dello stesso Vulcano – la notizia avrebbe trovato riscontro anche nelle dichiarazioni della moglie di Palazzo – un dipendente dell’Amtab avrebbe consegnato alla vedova mille euro in contanti, senza rilasciare alcuna ricevuta. Somma di denaro stando a quanto si è saputo prelevata da un cassetto dell’ufficio amministrativo dell’azienda del trasporto pubblico barese. Non si sa a che titolo il denaro sia stato consegnato e se, per esempio, sia una prassi consolidata alla morte di un dipendente. Ci sarebbe, però, un’altra versione sulla consegna dei mille euro alla vedova. Vulcano in persona sarebbe andato nell’Ufficio ragioneria, avrebbe chiesto di avere la somma in contanti e avrebbe poi firmato una carta in cui emergerebbe che si sarebbe trattato di soldi del Tfr del lavoratore. Indipendentemente da come sia realmente andata, non fosse una prassi aziendale, perché questa volta sarebbe stata presa una simile decisione?
La scomparsa del meccanico è stata come benzina sul fuoco delle tensioni politiche a Palazzo di Città. Non è certo un mistero che da mesi, documenti alla mano, alcuni consiglieri comunali abbiano chiesto la testa del presidente e direttore generale, giudicato incapace di gestire l’azienda pubblica. A tal proposito nella sede dell’Amtab nei giorni scorsi sarebbe arrivata una richiesta di ispezione da parte di alcuni consiglieri comunali. Richiesta rispedita al mittente con l’avvallo del Sindaco Decaro, convinto che la visita sarebbe stata inopportuna questa settimana in considerazione dell’assenza di Pierluigi Vulcano, fuori Bari per ragioni personali.
Infine, secondo alcune voci, nei giorni scorsi lo stesso Decaro avrebbe convocato lo stesso Vulcano, i Sindaci e i componenti del Consiglio di Amministrazione dell’Amtab e li avrebbe strigliati a dovere in considerazione degli ultimi accadimenti registrati, da noi puntualmente denunciati. Si fa davvero fatica a comprendere perché, per il bene e la tutela di tutti, non si sia ancora deciso di voltare pagina e cambiare il management aziendale. L’unica cosa che sembra appurata – seppure non si può mai dire mai – è che Vulcano e il Cda non saranno confermati alla scadenza del mandato.