I funerali di Domenico Palazzo, il meccanico 47enne dell’Amtab colto da infarto mentre lavorava nell’officina dell’azienda, non si terranno come previsto questa mattina alle 10. La notizia è circolata nella serata di ieri e pare sia conseguenza della denuncia che la moglie dell’uomo, alla quale esprimiamo tutta la nostra vicinanza, ha presentato ai Carabinieri.
Secondo il parere della donna Palazzo, già cardiopatico, le avrebbe raccontato delle pressioni e dello stress subito in azienda per via di un possibile e imminente licenziamento. Delle innegabili condizioni di stress, a cui sarebbe stato sottoposto il meccanico, abbiamo scritto nell’articolo in cui annunciavamo la morte dell’uomo.
Oggi siamo in grado di raccontare il retroscena. La vicenda ha origini lontane e prende vita da un altro licenziamento, quello dell’ex capo officina, Giuseppe Anaclerio. Il dipendente sarebbe stato licenziato per aver ordinato proprio a Domenico Palazzo la costruzione di un attrezzo ad uso personale durante le ore di lavoro. Circostanza su cui il presidente e direttore generale dell’Amtab, Pierluigi Vulcano, ha proceduto al licenziamento.
Sulla questione sarà il Tribunale del Lavoro a stabilire se quello che Palazzo stesse costruendo fosse davvero un attrezzo ad uso personale del suo superiore, ma ciò che nessuno può contestare sono le pressioni a cui il dipendente è stato sottoposto. Il meccanico, infatti, avrebbe prima dichiarato durante alcuni controlli in officina che non si trattava dell’attrezzo ad uso personale del suo superiore ma di un carrello porta ferri per l’azienda, salvo poi ritrattare la versione qualche tempo dopo una lettera recapitata dai vertici.
L’uomo non avrebbe dunque retto alle pressioni aziendali e della politica, affinché in Tribunale fosse data l’unica versione ritenuta accettabile, ovvero quella di aver ricevuto l’ordine di realizzare un attrezzo ad uso personale da Anaclerio e non un carrello per il trasporto degli attrezzi all’interno dell’officina.
Nel momento in cui è partita la crociata, sempre stando ai racconti che riceviamo da alcuni dipendenti, a Palazzo come ad altri assunti non graditi ai vertici aziendali, sarebbe stato impedito di fare straordinari nell’attesa del responso del Consiglio di Disciplina a cui Palazzo si era rivolto per scongiurare di restare senza lavoro a 47 anni e con due figli a carico.
Un ulteriore peso diventato paradosso quando in ufficio qualcuno ha dimenticato di fare la manutenzione alle bombole del gas dei bus a metano, rendendo necessario un super lavoro dei meccanici per mettere su strada veri e propri catorci. Solo a quel punto a Palazzo è stato concesso di fare gli straordinari, per di più notturni e in condizioni di forte stress. Una situazione alla quale l’uomo non avrebbe retto: da un lato le sue non buone condizioni di salute, dall’altro le pressioni e il terrore di perdere il lavoro per una cosa che riteneva ingiusta.