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Bari, operatori 118 presi a pugni: una ferita aperta. Più operatori in Centrale e certezza della pena

27 Dicembre 2021
– Autore: Antonio Loconte
27 Dicembre 2021
– Autore: Antonio Loconte

Il pestaggio degli operatori del 118 il giorno di Natale ha fatto riesplodere una questione che affrontiamo da anni: la scarsa considerazione che utenti e amministratori hanno del servizio di emergenza e urgenza, oggi più che mai lasciato alla dedizione di medici, infermieri, autisti e soccorritori, in alcuni casi ancora in attesa dell’internalizzazione. E per considerazione intendiamo quella concreta, non ciò che si vuole far passare come tale grazie a iniziative pubbliche e frasi a effetto.

Proviamo a fare un’analisi di quanto accaduto partendo dalle presunte ragioni dei familiari della vittima, un uomo stroncato da un infarto mentre faceva dei lavoretti nella sua cantinola al quartiere Japigia di Bari. L’accusa è quella del ritardo dell’ambulanza, sarebbe stata questa la ragione del pestaggio ai danni di due soccorritori e un poliziotto. Ricostruire il percorso dell’ambulanza è la parte più semplice, essendo tutto tracciato. Dunque la chiamata in postazione è arrivata alle 11:18:12. L’ambulanza è partita alle 11.20:28 ed è arrivata sul luogo della tragedia alle 11:26:15. Tutto secondo quanto previsto dai protocolli. Ciò che può essere successo è il ritardo nella risposta da parte della Centrale Operativa del 118. Succede, anche questo denunciamo da anni, ma dal medesimo tempo diciamo che gli operatori in servizio nella Centrale del 118 barese dovrebbero essere 8/9 e non gli attuali 5.

Nel solo giorno di Natale, il 118 ha dovuto gestire 2987 chiamate (588 chiamate di servizio, 1229 chiamate di emergenza, 317 emergenze create e 158 pazienti ospedalizzati). Volendole dividere le emergenze per criticità (54 codici verdi, 225 gialli e 38 rossi). Insomma, un gran lavoro con una forza ridotta a poco più della metà di quella prevista.

Il vero guaio è che con l’avvento del Numero Unico delle Emergenze (NUE) i problemi potrebbero persino peggiorare in assenza di interventi sostanziali. In attesa che la politica si faccia carico di una faccenda troppo spesso trascurata, un paio di operatori del 118 non hanno ancora superato l’aggressione, mentre molti dei colleghi invocano il pagamento di un ticket nel caso di chiamate immotivate e pene certe agli aggressori.