La Procura di Bari ha impugnato la revoca degli arresti domiciliari disposta dal Gip Angelo Salerno, il 22 aprile scorso, per il ginecologo barese Giovanni Miniello, 68 anni, arrestato il 30 novembre 2021 con l’accusa di violenza sessuale aggravata nei confronti di due pazienti delle quali avrebbe abusato durante le visite, proponendo anche rapporti sessuali come cura per il papilloma virus.
Per Miniello il gip, accogliendo l’istanza degli avvocati Roberto Eustachio Sisto e Italia Mendicini (Studio FPS), aveva ritenuto attenuate le esigenze cautelari, sostituendo la detenzione con l’interdizione dalla professione medica per 12 mesi, “alla luce degli elementi di novità, forniti dalla difesa, costituiti dalla dismissione dello studio medico e dalla donazione delle relative attrezzature”.
Il procuratore Roberto Rossi, l’aggiunto Giuseppe Maralfa e le pm Grazia Errede e Larissa Catella hanno fatto appello, evidenziando che «il pericolo di reiterazione può trovare esplicazione anche in contesti diversi dallo svolgimento dell’attività di medico e dunque esso certamente non può essere fronteggiato con la misura interdittiva”. Sul punto la Procura aveva già fatto ricorso in Cassazione per chiedere l’applicazione della misura cautelare in carcere ed è in attesa che la Suprema Corte di pronunci.