Nel corso dell’ultima udienza del celebrata presso il Tribunale di Bari il 2 marzo 2022, Libera Contro le Mafie è stata ammessa tra le parti civili assieme al Comune di Bari. Il processo vede coinvolti circa 150 imputati, per reati quali associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, lesione, estorsione, detenzione e porto di arma da fuoco, rissa, danneggiamento aggravato, minaccia.
Libera si è già costituita parte civile in altri numerosi processi contro la criminalità organizzata in varie regioni d’Italia, di cui 4 in Puglia. “Per Libera costituirsi parte civile significa entrare nelle aule, partecipare e dire con chiarezza da che parte stare – si legge nella nota -. La complessa attività investigativa posta in essere dalla D.D.A. di Bari ha ad oggetto il clan Strisciuglio. L’ipotesi accusatoria conferma nel territorio l’operatività del clan, dotato di alcuni tratti peculiari rispetto agli altri clan e con elementi di particolare rilevanza e allarme sociale. La consorteria esiste già dall’inizio degli anni ’90, controllando il capoluogo grazie a una suddivisione in articolazioni nei vari quartieri di riferimento ed espandendo la propria influenza anche in altri comuni”.
“Secondo quanto emerge dagli atti d’indagine, il sodalizio è suddiviso in articolazioni afferenti ai quartieri Libertà, San Paolo, San Pio- Enziteto -Santo Spirito, San Girolamo, nonché al comune di Cassano Murge – continua -. L’attività di indagine ha acclarato come l’oggetto del programma criminoso del clan Strisciuglio sia stato rappresentato nel recente passato dal traffico di stupefacenti, da un’intensa attività estorsiva, nonché dal possesso di un grande arsenale bellico utile ad incutere timore e a rafforzare la capacità di assoggettamento e di omertà. Il sodalizio ha affinato la capacità di controllo del territorio attraverso specifici episodi di minacce ed estorsioni che hanno falsato le regole della civile convivenza, ledendo la libertà di impresa e attuando condotte criminose che entrano in aperto contrasto con i principi di rango costituzionale posti da Libera a fondamento della propria azione associativa”.
L’udienza preliminare è iniziata con la richiesta del rito abbreviato per 134 imputati sui 150 totali tra cui spiccano i nomi dei boss Vito Valentino e Lorenzo Caldarola con i figli Francesco e Ivan, Alessandro Ruta, Saverio Faccilongo e Giacomo Campanale.