Skip to content

Bari, ragazzo autistico non gradito a scuola. Preside alla mamma: “Non siamo reparto Psichiatrico”

10 Aprile 2022
– Autore: Eleonora Francklin
10 Aprile 2022
– Autore: Eleonora Francklin

“La scuola non è un centro psichiatrico e non abbiamo la sfera magica per gestirlo”. Questo è ciò che si è sentita dire la mamma di Adriano, un ragazzo autistico che frequenta l’istituto Majorana.

Dopo alcune vicissitudini, la preside ha convocato la mamma del ragazzo. “Pensavo che fosse per tornare alla normalità, ma invece di tutto si è parlato tranne che della inclusività. Io mio figlio in quella scuola non lo porto più, non perché mi è stato detto di non iscriverlo l’anno prossimo, ma perché non c’è stata umanità”.

Tutto quanto nasce quando, dopo le vacanze di Natale, Adriano non viene più seguito a scuola dalla terapista privata. “Mio figlio è autolesionista e mentre la professoressa gli stava allacciando la scarpa, lui anziché colpire la sua gamba ha sferrato un pugno alla professoressa. Purtroppo la docente ha riportato una frattura alle costole. Ho chiesto più volte scusa alla professoressa anche perché ero davvero mortificata da quello che era successo, ma nonostante questo mi hanno invitato a far rimanere a casa mio figlio per 15 giorni, sballando così tutta la sua routine”.

Adriano voleva andare a scuola e si evince dai tanti video che i familiari hanno girato in quei giorni in cui il ragazzo è stato costretto a rimanere a casa. “Ho parlato coi servizi sociali e mi hanno detto che non avendo firmato nessuna carta, mio figlio doveva tornare a scuola. Ho così deciso di inviare una lettera dal mio avvocato alla preside, ma ovviamente non ho ricevuto risposta. Quando alla seconda lettera ho minacciato di presentarmi coi Carabinieri, dato che Adriano è minorenne e ha il diritto allo studio, dopo un’ora mi hanno detto che poteva tornare il giorno dopo”.

Tornato a scuola, però, è accaduta un’altra vicissitudine che ha poi portato la scuola a non volere più il ragazzo. “Adriano, in un suo momento di frustrazione, ha sferrato una ginocchiata contro il muro creando un buco. Oltre al fatto che mi hanno chiesto di pagare il danno, hanno scritto che mio figlio ha maneggiato il seno di una professoressa. Mio figlio ragiona come un bambino di 3 anni, ma capisce cosa può o non può fare. Bastava che la professoressa si allontanasse o che gli dicesse che non poteva farlo, stessa cosa che faceva la terapista. Nonostante avessero vissuto alcuni mesi insieme alla terapista, ottenendo ottimi risultati da mio figlio e capendo anche come dovevano comportarsi, non sono stati in grado di gestirlo”.

Ed è qui che la mamma viene convocata dalla preside. “Sono andata insieme al mio supervisore privato, pensando di dover discutere delle strategie per cercare di gestire al meglio Adriano, ma invece non si è parlato di mio figlio come studente, anzi era più importante risolvere la questione del buco nel muro, senza voler sapere se mio figlio si fosse fatto male. La preside ha anche detto che non teme un’altra lettera dell’avvocato. Qui non si è capito che noi non vogliamo essere temuti, ma vogliamo che vengano rispetti i diritti di Adriano”. Come sempre noi siamo a disposizione di chiunque voglia fornire una sua versione dei fatti, soprattutto da parte dei vertici dell’Istituto Majorana.