È stata pubblicata sul sito di Invimit, a questo link, la procedura negoziata per l’affidamento dei lavori di riqualificazione e ristrutturazione del compendio immobiliare “Ex Manifattura dei Tabacchi” di Bari, di proprietà del Fondo “i3-Università”, da destinare a sede del Consiglio Nazionale delle Ricerche, per un importo complessivo a base di gara € 32.397.388,43, IVA esclusa. La procedura ha come oggetto l’ampliamento e la rifunzionalizzazione dell’immobile, un manufatto di interesse storico, per la creazione, da parte del CNR, di un ecosistema dell’innovazione che promuova lo sviluppo di capitale umano altamente qualificato, la ricerca multidisciplinare, la creazione e l’attrazione di imprese innovative.
L’intervento di recupero restituirà alla città di Bari un grande compendio immobiliare ormai in disuso che, da simbolo storico della produttività del secolo scorso, diventerà punto di riferimento della ricerca e della rinascita sociale ed economica di un quartiere tra i più problematici della città.
L’area interessata dai lavori, di circa 20mila metri quadri, verrà ristrutturata e dedicata a nuove funzioni attraverso interventi di bonifica e consolidamento statico, efficientamento energetico, realizzazione di impianti elettrici, speciali e meccanici del tipo più avanzato per rispondere al quadro delle esigenze presentato dal CNR. Saranno inoltre allestiti laboratori e uffici per accogliere le attrezzature e gli arredi del CNR secondo i puntuali riferimenti forniti in fase di progettazione.
Le aree esterne, che pure saranno oggetto di interventi, sono costituite principalmente da due grandi cortili interni di superficie complessiva pari a oltre 2000 mq, che saranno riqualificati, sistemati a verde e accoglieranno strutture temporanee legate alla ricerca (serre, depositi speciali).
Da cronoprogramma allegato alla progettazione esecutiva, la durata del cantiere è stabilita in 36 mesi dalla presa in carico delle lavorazioni, in linea con le scadenze previste dal Pnrr. In ogni caso i lavori dovranno essere aggiudicati entro il 30 settembre 2022 e avviati entro il 31 dicembre 2022 per terminare entro il 30 giugno 2026, salvo diverse indicazioni dell’Agenzia per la Coesione Territoriale o del legislatore.
L’importo complessivo dei lavori è pari a circa 32,4 milioni di euro (IVA esclusa), di cui circa 800mila euro per costi della sicurezza.
Gli operatori economici invitati sono stati selezionati a seguito dell’avviso esplorativo finalizzato a sondarne l’interesse a partecipare alla procedura negoziata per l’affidamento dell’appalto.
“Ci auguriamo che le procedure vadano avanti senza intoppi vista l’importanza di questi lavori per il quartiere Libertà e per tutta la città – commenta il sindaco Decaro -. Questo è un progetto che come amministrazione comunale stiamo seguendo sin dai primi anni del nostro mandato, convinti che la ex Manifattura dei Tabacchi rappresenti la chiave di volta per il cambiamento di un quartiere che ha tante potenzialità e ha bisogno di un innesto di energie e funzioni nuove. Con Invimit, in questi mesi, abbiamo portato avanti una collaborazione proficua che ci ha permesso di rientrare nell’ambito dei fondi Pnrr, grazie ai quali potremo velocizzare i tempi e portare a compimento l’opera. Così la ex Manifattura dei Tabacchi tornerà ad essere il centro di un progetto di sviluppo economico e sociale di un quartiere che, grazie a questo percorso, può davvero cambiare volto”.
“Lavoreremo anche ad agosto per rispettare la tempistica dei fondi Pnrr ed essere in grado di affidare il lavori entro il 30 settembre – dichiara il presidente di Invimit Nuccio Altieri -. Con il sindaco Decaro e il CNR abbiamo lavorato molto e bene per rendere possibile il recupero della ex Manifattura Tabacchi di Bari, che oggi rappresenta, anche per altri Comuni d’Italia, un modello virtuoso di rigenerazione urbana attraverso il migliore riutilizzo di immobili pubblici da troppo tempo abbandonati. Su questa impostazione Invimit continuerà ad operare con le amministrazioni comunali, provinciali e regionali per trasformare il patrimonio immobiliare pubblico in occasioni di sviluppo e ricchezza anche per il bilancio dello Stato. Perché dal recupero di questa struttura ne guadagneranno i cittadini, i ricercatori e il bilancio dello Stato italiano”.