“Bari-Palermo, 24 settembre 2013 (10 anni fa). Mi metto in coda con regolare biglietto e documento. Spettava agli steward fare i controlli, ma sono stato affrontato da tre poliziotti, che mi hanno aggredito fisicamente asserendo che non avevo titolo per entrare nello stadio”. Inizia così il post pubblicato sui social da Alberto Savarese, storico tifoso barese noto a tutti come Il Parigino, finito ai domiciliari 10 anni dopo il fatto.
“Come sempre, avvocati, soldi, tempo, diffida con tre firme, la solita storia – si legge nel post pubblicato qualche giorno fa -. Patteggio 8 mesi, mio malgrado, ma la giustizia quella è, ti adegui, certo di non averne conseguenze. A luglio 2020 mi chiama un’assistente sociale e verbalizza che non avrei avuto revisione critica delle mie azioni. Nonostante vada a lavorare, ha deciso che devo stare ai domiciliari. Ma è un paese normale questo? Dai 23 anni in mano alla magistratura, una vita in ostaggio! È uno schifo, ho una mamma ed un cane da accudire. Fossi sbarcato a Lampedusa ed avessi fatto una rapina sarei libero. Siamo in Italia”.