Da venerdì 7 luglio il Serd Bari si trasferisce al Serd di Modugno. Una cosa ingiustificabile, un vero e proprio disastro per tutti i pazienti che sono in cura al Serd (1200 utenti, 60/70 pazienti al giorno serviti) e che stanno intraprendendo delle terapie per uscire dal tunnel della droga, dell’alcolismo, del gioco o hanno bisogno dell’aiuto psicologico e psichiatrico. Aiutando Leonardo e Giovanni, e tanti altri che non abbiamo reso noti, avevamo saputo per vie traverse che questo giorno sarebbe arrivato. Tutto questo fa credere che sia un modo affinché si inducano le persone a ricadere nelle loro patologie. Con questo trasferimento che cosa si vuole incentivare? Sapete la cosa più difficile da far fare a una persona che soffre di una dipendenza? Andare al Serd. Con tutti quelli che abbiamo aiutato non sappiamo quanto ci siamo sgolati per convincerli. Una struttura con educatori, assistenti sociali, psichiatri, psicologi, con una professionalità incredibile che abbiamo vissuto sulla nostra pelle, trasferiti in un’altra città senza sapere quando potranno tronare a Bari. Nessuno è stato capace di approntare una sede adeguata per questi professionisti. Una decisione che ha dell’incredibile. Si sapeva che da via Amendola bisognava trasferirsi e non capiamo come sia stato possibile che in questi anni non si sia trovata una soluzione consona e non un trasferimento fino a Modugno. Immaginate chi ha bisogno del Serd e che ogni mattina deve prendere il treno per dirigersi a Modugno. Ricordiamo che la dipendenza, qualsiasi essa sia, è una malattia su cui non si scherza. “Nel mese di luglio e agosto aumentano i casi di overdose” ha sottolineato una dottoressa. Questo fa capire quanto sia una decisione scellerata e non si sa nemmeno quanto durerà. “Come si fa a lasciare una città metropolitana senza Serd? Una vita è sempre una vita”. Come dare torto alla dottoressa.
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- di: Raffaele Caruso
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