Quattro persone sono state condannate dal Tribunale di Bari a pene che vanno da 6 anni a 13 anni e 4 mesi di reclusione per aver favorito il clan mafioso Di Cosola. L’indagine fa riferimento ad episodi accaduti tra il 2012 e il 2018. Tra gli imputati anche il carabiniere Antonio Salerno, condannato a 10 anni di reclusione, che all’epoca dei fatti era in servizio a Giovinazzo.
Secondo le indagini Salerno, assieme al collega Domenico La Forgia (attualmente a processo separatamente con rito ordinario), avrebbe per anni ricevuto regali e denaro, per un importo complessivo di 400mila euro, per pilotare o ritardare indagini sul clan. In alcuni casi avrebbe anche fornito copia di verbali dei collaboratori di giustizia.
L’inchiesta nel giugno 2020 portò all’arresto dei due carabinieri, del pasticciere Gerardo Giotti, accusato di aver fatto da tramite tra i pregiudicati e i militari (condannato alla pena di 7 anni e 8 mesi di reclusione), e di un pregiudicato affiliato al clan, Mario Del Vecchio (condannato a 13 anni e 4 mesi di reclusione), tutti tuttora detenuti: i primi tre agli arresti domiciliari mentre Del Vecchio in carcere.
Nel processo era imputato anche il collaboratore di giustizia Michele Giangaspero, condannato a 6 anni di reclusione. Gli imputati sono stati ritenuti responsabili dei reati, a vario titolo contestati, di concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione in atti giudiziari e rivelazione del segreto d’ufficio. La sentenza è stata emessa al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato. Le motivazioni saranno depositate entro 90 giorni.