“La licenza di pubblico spettacolo è valida e garantisce operatività del teatro in regola”. La risposta dell’Amministrazione comunale sull’agibilità del teatro Petruzzelli di Bari, finito al centro delle polemiche dopo gli scandalosi festeggiamenti di Capodanno andanti in onda su Canale 5, non ci ha convinto e quindi abbiamo richiesto una versione più articolata. A dirla tutta l’ulteriore risposta non è tardata, ma con sorpresa ricalcava la precedente: “Vale la risposta di ieri, la licenza di pubblico spettacolo è valida e garantisce operatività del teatro in regola”. Nessun riferimento al fatto che il teatro sia ancora accatastato come unità collabente – in sostanza un rudere – e quindi sulla conseguente mancanza di agibilità.
Apprendiamo da un messaggio che il Petruzzelli è in regola e ha una regolare licenza per il pubblico spettacolo “rilasciata da una commissione composta da diversi soggetti”. Bene, anche perché è sotto gli occhi di tutti che il politeama barese ormai non è più un rudere. Il fatto, lo ribadiamo a scanso di equivoci e strumentalizzazioni, non è questo. Il punto è che se acquisto un locale senza regolare agibilità, difficilmente l’Amministrazione comunale rilascerebbe la licenza per la somministrazione di cibi o bevande o ancora quella per vendere qualsiasi merce o addirittura una licenza per il pubblico spettacolo.
Non contenti abbiamo chiesto anche alla Fondazione Petruzzelli. La risposta in questo caso è stata: “Come lei sa, le sue non possono essere domande per me”. E qui nasce la domanda delle domande: premesso che il Teatro Petruzzelli sembrava essere diventato pubblico 12 anni fa, a chi un giornalista e la sua testata potrebbero chiedere a nome dei cittadini se il teatro aveva e ha tuttora l’agibilità, e in che modo, con quali requisiti abbia ricevuto una regolare licenza per il pubblico spettacolo negli ultimi 12 anni?
Di sicuro – almeno per il momento – non possono risponderci gli eredi, quelli a cui la Corte d’Appello ha “restituito” un teatro che è sempre stato loro e che adesso vengono additati come il male assoluto. Ma torniamo sulla questione dell’agibilità, provando a raggirare l’ostacolo del muro alzato dalla Pubblica amministrazione, che potrebbe aver applicato strade alternative e comunque nel rispetto delle norme. Ed è proprio per questo che ci sfugge la ragione di tanta reticenza, negando per esempio di fare chiarezza sulle spese sostenute per i festeggiamenti del folle Capodanno inCovid oltre che in musica.
E allora ci facciamo aiutare da un atto ufficiale, tanto per non poter essere smentiti e cercare di avvalorare gli esiti delle nostre ricerche. Parliamo della richiesta di archiviazione del Pubblico Ministeri Domenico Minardi, sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Bari. Siamo a giugno del 2016. Nella richiesta di archiviazione nel procedimento penale instaurato dalla erede Vittoria Messeni Nemagna contro l’ex commissario per la ricostruzione del Petruzzelli, Angelo Balducci, è scritto che la Guardia di finanza rilevava: “nella analitica nota investigativa sia che il Commissario Balducci aveva sostenuto aggravi di spesa in assenza della copertura finanziaria, sia l’assenza tout court del certificato di agibilità”.
Non risulta che da giugno 2016 siano mutate le condizioni di agibilità. Di conseguenza riteniamo pertinente la questione: nel rispetto di quali norme o in quale regime di urgenza, emergenza, temporaneità comunque previsti dalla legge, senza accatastamento e agibilità è stato possibile per 12 anni concedere una licenza di pubblico spettacolo valida, che garantisce operatività del teatro in regola? Sarebbe bello se davvero i palazzi pubblici fossero scatole di vetro. Al contrario, però, dobbiamo constatare con rammarico una insopportabile opacità.