Il progetto della variante della ss16 adriatica nel tratto compreso tra Bari e Mola, presentato ufficialmente da ANAS ad inizio marzo, continua a far discutere. Un progetto nato con l’obiettivo di migliorare la viabilità e snellire il traffico, aumentando la sicurezza, ma che sta riscontrando l’opposizione di comitati territoriali, sindaci e associazioni.
“Va rivista tutta l’autorizzazione paesaggistica per la linea ferroviaria e ripartire con una nuova non essendo possibile un rinnovo. Si deve lavorare su questo – spiega Barbara Valenzano, ingegnere di Tutela degli ecosistemi -. Per quanto riguarda la statale vedremo le determinazioni delle amministrazioni. In entrambe le situazioni bisogna verificare le analisi costi-benefici rispetto all’impatto delle infrastrutture sull’habitat e qual è la situazione economica più vantaggiosa, quella che detrae meno paesaggio e meno beni all’agricoltura. Tecnicamente abbiamo visto che ci sono soluzioni, bisogna avere solo un po’ di buon senso e fare queste analisi, in modo tale da prendere la decisione più giusta”.
“L’esigenza di ampliare la rete di servizi c’è, noi non siamo contro le opere e le infrastrutture – spiega il geologo e professore Antonino Greco -. Vanno analizzate però alla luce della tutela e della salvaguardia ambientale. Se esistono le opzioni per poter realizzare le opere in tutela del territorio, si deve fare. 30 milioni di euro per chilometro rappresenta una delle cifre più alte di sempre in Europa, non ha nessuna ragionevolezza. Parliamo di una cifra ingiustificata e sproporzionata”.
Tra i numerosi colpi di scena c’è anche il dietrofront dei sindaci di Triggiano e Noicattaro e l’indecisione del primo cittadino di Mola di Bari sul tracciato che l’Anas vuole a tutti i costi realizzare. “Abbiamo mescolato le carte, abbiamo riaperto una faccenda che doveva essere approfondita e sottoposta al vaglio delle cittadinanze – spiega Raimondo Innamorato, primo cittadino di Noicattaro -. Tanti nostri cittadini usano la terra per coltivare il proprio prodotto che rende grande il nostro Paese. Non solo per Noicattaro, anche per Triggiano e Mola. Dobbiamo preservare il territorio, non solo avversandone la progettualità, ma anche riaprendo la procedura del Parco delle due lame”.
“Spesso ci siamo rivolti a Decaro. Abbiamo cercato in tutti i modi di parlare ma non c’è stato consentito. abbiamo messo in campo tante iniziative. Queste opere pubbliche impatteranno violentemente sull’ambiente – spiega Donato Cippone di Onda Verde – Facciamo rete -. Siamo ancora in attesa di risposte, perché dobbiamo ricorrere a vie legali? C’è sempre tempo per dirimere liti e controversie, di incontrarsi e risolvere le questioni. Basta solo un po’ di buona volontà”.