Tra i manifesti elettorali affissi a Bari dai partiti con i volti dei loro candidati ne sono comparsi alcuni realizzati da un collettivo di grafici che, partendo da una frase del pittore surrealista Salvador Dalì, “Più di tutto mi ricordo il futuro”, punta a sollevare alcuni interrogativi che hanno a che fare con le prossime elezioni. “Chi è chi?”, “Perché ci importa?”, si legge in inglese in fondo ai manifesti su cui i volti dei leader dei principali partiti si sovrappongono, mescolandosi tra loro e diventando irriconoscibili. Sullo sfondo c’è il famoso dipinto di Dalì, ‘Persistenza della memoria’, in cui gli orologi molli sono il “simbolo della relatività della percezione temporale”, spiegano gli autori dei manifesti. Accanto al volto del politico in primo piano, una poltrona “simbolo del potere”. L’iniziativa nel suo complesso, evidenziano i promotori, “non nasce per patteggiare per alcuno schieramento politico, quanto piuttosto per sollevare domande e far sì che chi guarda i manifesti possa porsene: chi sono questi personaggi? Alcuni connotati mi sono familiari e altri no? È comunque un volto credibile?”.
La prima frase in fondo al manifesto, ‘Who is who’, intende “sollevare il dubbio sulla veridicità di quello che abbiamo davanti agli occhi: chi abbiamo davanti a noi è davvero chi dice di essere?”. La seconda frase, ‘Why does it matter’, “sottolinea il fatto che tutto dovrebbe importarci mentre sempre più spesso siamo superficiali: ognuno di noi pensa di possedere e vuole possedere la verità”. Quanto al concetto di “memoria e futuro”, concludono, la “frase citata è certo un ossimoro. Eppure il futuro non è poi così imperscrutabile. Si potrebbe affermare che di ‘futuro’ ne coesistano tanti, possibili e ugualmente probabili. Il punto di caduta, dunque, è spostato inevitabilmente più in là, su questioni che ci troveremo ad affrontare in un prossimo futuro”.