“Eravamo nel parcheggio per darci il cambio tra gli equipaggi quando ci siamo accorti che alcune persone, in evidente stato di ebbrezza, stavano tirando calci e pugni alle nostre macchine, rompendo lo specchietto a una delle nostre auto. Ci siamo avvicinati per allontanarli, ma si sono scagliati contro di noi colpendo con le scarpe due dei soccorritori presenti”. Gli equipaggi del 118 sono in balia delle follia di alcuni. In questi ultimi giorni vi abbiamo raccontato delle diverse aggressioni subite dagli operatori sanitari durante chiamate di emergenza.
Quest’ultima aggressione si è consumata nel parcheggio del vecchio ospedale Umberto I di Barletta nel quale è collocato il personale del 118. “Abbiamo chiamato i Carabinieri che però, una volta giunti sul posto, non hanno fatto nulla. Una vergogna”.
Oltre alla scarsa sorveglianza del parcheggio, gli operatori del 118 sono costretti a lavorare in condizioni non idonee, come anche denunciato dall’ex sindaco di Barletta, Cosimo Cannito. L’ex primo cittadino in una lettera dà piena solidarietà ai sanitari del 118 e fa un appello ai vertici affinché venga tutelata una categoria che è importante per salvaguardare la comunità.
“Gesti di inaccettabile violenza e inciviltà nei confronti di infermieri, medici, soccorritori e autisti del 118. La mia totale solidarietà a questi professionisti che lavorano in condizioni di difficoltà, sfiancati non solo dall’emergenza pandemica in corso, ma anche da turni impossibili, da giorni privati alle proprie famiglie, da festività di Natale e Capodanno passate in ambulanza sino ad arrivare alle recenti e spiacevoli aggressioni” scrive Cannito.
“A tutto questo – sottolinea l’ex sindaco – si aggiungono i bassi salari, la progressiva e preoccupante demedicalizzazione dei mezzi di soccorso che nella Provincia di Barletta-Andria-Trani si sta materializzando. A Barletta, in particolare, si è determinato un allarmante deterioramento del contesto lavorativo (già stressante di per sé) per la inidoneità dei luoghi di lavoro del personale 118 collocato presso il vecchio ospedale Umberto I”.
“L’equipe del 118 è, infatti, costretta a vivere in ambienti inadatti sia sotto il profilo logistico che funzionale. Per loro è persino un’impresa raggiungere le autoambulanze, trovare parcheggio libero, evitare incidenti, scongiurare il pericolo di trovare le auto personali puntualmente vandalizzate. Questo comporta un disagio incredibile per questi lavoratori e, inevitabilmente, un ritardo nei soccorsi. Si limita così l’efficacia d’intervento, provocando, tra l’altro, l’ira dei cittadini richiedenti che sono all’oscuro delle precarie condizioni di lavoro nei quali versa oggi il 118. Questi lavoratori – continua – sono spesso chiamati a servire città parecchio distanti da Barletta, come Minervino Murge o Spinazzola”.
“Rivolgo pertanto un invito a tutti gli organi decisori, confidando nella sensibilità del Prefetto della Provincia di Barletta-Andria-Trani, Dott. Maurizio Valiante e del Commissario Straordinario del Comune di Barletta, Dott. Francesco Alecci, affinché le sedi comunali che, di concerto con il Direttore Generale della ASL BT, Avv. Alessandro Delle Donne, avevamo pensato di assegnare al 118, possano essere subito realizzate e rese operative: “Barletta 1” presso la scuola “Principe di Napoli” e “Barletta 2” presso l’ex centro di riabilitazione e oggi nuovo poliambulatorio veterinario ASL di via Maranco. Il mio appello – conclude Cannito – è, inoltre, finalizzato a una maggiore attenzione rispetto agli operatori del 118: sono loro a salvarci in caso di pericolo di vita e a loro vanno garantite condizioni dignitose per poter lavorare nel migliore dei modi a servizio della comunità”.