Un flusso di scommesse concentrato su una specialità – il “cartellino rosso” – che è considerata “troppo specifica” nell’immediata vigilia della partita. Il caso dell’espulsione di Nicola Bellomo, esperto giocatore del Bari (in panchina nello spareggio salvezza con la Ternana), dopo un’analisi da parte dei trading office dei principali bookmaker italiani è finito sul tavolo dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli.
Sono stati considerati sospetti i flussi di scommesse su un evento – l’espulsione di Bellomo – quotato in apertura 24 contro 1. Secondo quanto riportano alcuni concessionari italiani interpellati da Agipronews, almeno due sono stati gli elementi anomali: un certo numero di giocate su un evento “negativo”, che avrebbe cioè danneggiato la squadra, piazzate proprio a Bari e poi il fatto che le scommesse fossero state effettuate poche ore prima del calcio di inizio.
Diversi operatori, vista la situazione, avevano deciso di tagliare la quota da 24 a 7/8 contro 1, per poi rivolgersi all’Agenzia delle Dogane a cui spetta la successiva segnalazione all’Unità Informativa Scommesse Sportive (Uiss) del Viminale. I regolamenti dei concessionari hanno almeno evitato, in ogni caso, che gli scommettitori incassassero denaro dalla giocata: le puntate sarebbero risultate vincenti solo se Bellomo fosse stato in campo.
Tutta da verificare invece l’ipotesi che bookmaker internazionali – fuori dal circuito legale – possano aver pagato la scommessa. Anche la procura federale della Figc aveva aperto un fascicolo di indagine sul cartellino rosso rimediato da Nicola Bellomo in Ternana-Bari. Nella gara di ritorno dei playout di Serie B, al 33′ del secondo tempo e sul risultato di 0-3 in favore dei pugliesi, il numero 10 ospite era stato espulso dalla panchina dopo un acceso litigio con un raccattapalle.