La morte della piccola Ginevra ha sconvolto l’intero paese. Un dolore così grande che è condiviso sia dal comune di Mesoraca, città natale della piccola di due anni, che dal comune di Acquaviva, città di origine del padre di Ginevra, Carabiniere in servizio in Calabria, in cui è stato proclamato il lutto cittadino.
Una persona vicina alla famiglia, una collega infermiera della nonna, ha deciso di scrivere quello che è accaduto negli ultimi giorni di vita di Ginevra. Un racconto che racchiude sia lo strazio di una famiglia che ha corso invano contro il tempo, sia del sistema sanitario calabrese che, stando a quanto scritto dalla professionista, fa acqua da tutte le parti.
Il racconto:
“Il paese di Mesoraca ha 6mila anime ed è troppo piccolo per avere l’ospedale. Ginevra si sente male e viene portata all’ospedale più vicino, quello di Crotone, che dista mezz’ora in auto. Arrivata gli viene diagnosticata una polmonite interstiziale bilaterale. Ginevra continua a peggiorare, per questo motivo, in serata i medici decidono di trasferirla in rianimazione nella città di Catanzaro, all’ospedale “Pugliese Ciaccio”, altri 70 chilometri di lente strade del sud, impiega altri 60 minuti, dove la piccola arriva in condizioni gravissime”.
“I suoi piccoli polmoni compromessi. L’ospedale di Catanzaro ha solo il reparto per adulti, e quello per neonati fino a 40 giorni, manca quello specifico pediatrico. In Calabria non c’è in nessun ospedale quelle specifiche attrezzature per salvare Ginevra. C’è urgenza di trovare altro e subito”.
“L’ospedale con l’aiuto della prefettura di Catanzaro, trova un velivolo militare, un C-130J dell’Aeronautica con base a Pisa. Altri 40km per l’aeroporto di Lamezia Terme. Giunto il velivolo imbarca l’ambulanza con a bordo Ginevra, assistita da un nutrito staff medico, per poi decollare verso altro ospedale, a Roma”.
“Dall’aeroporto di Ciampino, Ginevra è stata poi portata all’ospedale Bambino Gesù. Ma quando è arrivata, per lei era ormai era troppo tardi. Era già intubata e in condizioni disperate, con insufficienza respiratoria e compromissione delle funzioni vitali. Ci hanno provato a salvarla i medici e tutta la macchina dei soccorsi: da Crotone a Catanzaro, da Pisa a Roma”.
“La Calabria, per quanto riguarda la sanità, é una continua ferita aperta. Faccio un appello al Presidente Roberto Occhiuto. La morte di questa bambina non deve restare vana, bisogna gridare ad alta voce il dolore di questa famiglia distrutta, bisogna gridare ad alta voce la sanità adeguata per i bambini anche in Calabria”.
“Il tentativo estremo di salvarle la vita si è purtroppo rivelato vano. Ginevra si è spenta. Aveva quasi 2 anni. Resta inaccettabile il divario nella stessa Italia. Resta inaccettabile tutto. Ciao Ginevra, scusaci”.