Sabino Ardito, 55enne ex dipendente pubblico dell’ufficio Ragioneria del Comune di Bitetto, è stato condannato dalla Corte dei Conti a risarcire i 36mila euro di cui si sarebbe appropriato truccando i mandati di pagamento inserendo il suo Iban, o quello di alcuni suoi familiari, nei provvedimenti di liquidazione a favore dei creditori dell’ente.
Come si legge su La Gazzetta del Mezzogiorno, il modus operandi sarebbe andato avanti per circa 4 anni. Il 55enne di Noicattaro, trasferito poi per mobilità al Comune di Cassano, non si è costituito neppure davanti alla giustizia erariale.
Gli accertamenti del Comune sarebbero partiti dopo la segnalazione di alcuni creditori che lamentavano di non aver ricevuto il mandato di pagamento. Ardito inseriva “nella scheda anagrafica del creditore, e quindi nel mandato di pagamento il proprio Iban o quello dei suoi familiari. In alternativa, inseriva il proprio Iban «non nel mandato, ma nella quietanza di pagamento e poi una volta assicuratosi della firma sullo stesso da parte del responsabile finanziario, ha provveduto a modificare l’iban nel programma di contabilità”.
Un trucco che avrebbe indotto in errore anche il responsabile del servizio finanziario e il tesoriere del Comune, entrambi inconsapevoli e convinti di firmare i provvedimenti corretti. Ardito ha confessato e ammesso le proprie responsabilità “per la necessità di reperire risorse finanziarie da destinare a bisogni di natura familiare”. Il 55enne è stato prima licenziato e poi condannato.