Ci troviamo a Bitonto e quella che vi stiamo per raccontare è una storia davvero assurda che dura da circa 20 anni. I protagonisti della vicenda sono Anna, di 46 anni, e Giuseppe. I nostri Antonio e Tino si sono recati nell’appartamento dove vivono dopo diverse segnalazioni.
Anna è a letto da tre giorni dopo aver dormito in macchina nell’ultimo mese. “Non riesco più a camminare, ho dormito in auto perché non riuscivo ad alzarmi – racconta la donna -. Mi portava Giuseppe da mangiare”.
Una situazione ai loro occhi apparentemente “normale”, come si può ben capire dalle parole dell’uomo e della donna. Anna e Giuseppe hanno due figlie, la maggiorenne vive con loro in casa mentre la piccola, che la coppia crede sia a scuola, vive con altre persone.
“Ho bisogno di aiuto”, dice però Anna in un momento raro di lucidità. E le condizioni del loro appartamento parlano chiaro. “Viene un tunisino ogni tanto a pulire, ieri per esempio è venuto”, dice Giuseppe. La realtà è invece ben diversa come si può vedere dalle immagini. “Come lo paghiamo? Lui è un inquilino in affitto, noi abbiamo 4-5 case di proprietà. E poi io prendo la pensione”.
Dopo aver lasciato po’ Anna in camera da letto, siamo rimasti da soli con Giuseppe in cucina e abbiamo cercato di indagare sul loro passato che a detta di molti è stato anche violento. L’uomo avrebbe infatti trascinato 20 anni fa sua moglie per capelli da casa fino alla villa del Paese, ma non si tratterebbe dell’unico caso. Anna sarebbe stata picchiata sistematicamente. Giuseppe però smentisce tutti gli episodi.
La situazione è precipitata nel corso degli ultimi anni, la donna avrebbe anche malmenato i coinquilini del palazzo dopo le violenze subite. Dal 2019 la situazione è precipitata, dopo un TSO Anna è stata portata via e sedata, salvo poi tornare nelle mura di quell’abitazione. La coppia ha un’amministratrice di sostegno che si è impegnata tantissima per risolvere questa situazione, ma la solita burocrazia italiana le ha messo i bastoni tra le ruote. Abbiamo provato a parlare con la figlia, ma non c’è stato nulla da fare. “È una situazione come tante altre”, la risposta delle Autorità che sono state tutte interpellate. Noi come sempre, seppur senza parole, restiamo a disposizione di tutte le persone o istituzioni interpellate.