Finalmente il dramma di Isa, la ragazza di 33 anni di Bitonto, è finito. Questa mattina, grazie alle tante segnalazioni e alla nostra incursione per raccontare la sua storia, le autorità competenti sono intervenute portando la giovane in una struttura protetta dove sarà accudita e curata dopo una vita fatta di stenti.
La giovane, ricordiamo, veniva quotidianamente vista per strada, giorno e notte. Stando a quanto siano venuti a conoscenza, la madre la costringeva a stare fuori da casa e ad accudire i gatti e, malnutrita, mangiava il cibo per felini per riuscire a sopravvivere.
Rispetto alla nostra incursione, questa mattina gli animi sono stati tranquilli. Isa ha salutato chi per anni ha cercato di aiutarla invano. “Piangeva il cuore vederla così. Finalmente si son decisi a porre fine a questa situazione” ha commentato chi la storia della 33enne la conosceva bene.
Nessuno si era accorto che il Comune l’avesse presa in carico da tempo continuando a vivere nello stesso loro di sempre fino ad oggi. Lo si evince dalla nota inviata dal sindaco Francesco Paolo Ricci e l’assessora al Welfare, Ufficio di Piano e Integrazione Socio-Sanitaria, Silvia Altamura.
“Possiamo assicurare, a quanti hanno manifestato preoccupazione, che i Servizi comunali, unitamente alle altre Autorità competenti, hanno già da tempo preso in carico la situazione della giovane concittadina, attivando (da ultimo a maggio scorso) azioni finalizzate a implementare gli interventi, già in corso, di supporto della ragazza e della sua famiglia. Va evidenziato, a tal proposito, che ogni progetto individualizzato di “presa in carico” non si riduce mai ad un unico e isolato intervento, ma accompagna le persone con “fragilità” durante le tappe del proprio percorso di vita, adattando le azioni all’evoluzione dei bisogni. Nello specifico (la “presa in carico” riguarda una persona adulta), il percorso di accompagnamento ha richiesto tempi adeguati per l’analisi delle criticità e delle risorse presenti, al fine di un concreto ed efficace diretto coinvolgimento della persona interessata, nel rispetto della propria autodeterminazione (capacità di intendere e volere).
La situazione, dunque, è oggetto di attento monitoraggio da parte dei competenti servizi comunali, che sono già intervenuti e continueranno ad agire per il bene della ragazza e della famiglia, lontano da ogni clamore mediatico”.