Tra il blitz anti camorra della Dda di Napoli è finito in manette anche un ingegner di Noicattaro, Leonardo Loiacono. Secondo l’accusa, l’ex funzionario di Reti Ferroviarie Italiane, avrebbe fatto finta di niente su alcune modalità di esecuzione dei lavori di ammodernamento sulla rete ferroviaria di alcune stazioni pugliesi, come quella di Bari, Taranto, Trani, Molfetta, Barletta, per favorire una ditta vicina al clan dei Casalesi.
L’ingegnere di Noicattaro è accusato di corruzione aggravata e deve rispondere di una somma di denaro che, stando a Repubblica, sarebbe stata consegnata da due dipendenti della Tec, la società intestata a Carmelo Caldieri e Luca Caporaso, ma di fatto riconducibile a Nicola e Vincenzo Schiavone. Ad aggravare la posizione dell’ingegnere anche alcune intercettazioni che hanno svelato la presenza negli affari loschi anche da parte del figlio di Loiacono, anche lui indagato.