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Bonus facciate, sequestrati beni e crediti di imposta da 140 milioni di euro: indagato imprenditore barese

9 Giugno 2022
– Autore: Eleonora Francklin
9 Giugno 2022
– Autore: Eleonora Francklin

Presunti crediti fittizi relativi al bonus facciate. Nell’ambito dell’indagine della Guardia di Finanza di Bari sono stati sottoposti a sequestro beni e crediti di imposta dal valore di 140 milioni di euro. Unico iscritto nel registro degli indagati è l’imprenditore barese Alessandro Trerotoli, 49 anni, attivo nel settore edile. I reati ipotizzati sono emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, indebita compensazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita.

Le perquisizioni sono state eseguite nel Lazio, Lombardia, Veneto e Puglia. L’attività trae spunto da un’analisi di rischio sviluppata dall’Agenzia delle Entrate – Divisione Contribuenti – Settore Contrasto Illeciti sulla spettanza del “bonus facciate” per la realizzazione di interventi finalizzati al recupero o restauro della facciata esterna degli edifici esistenti.

Grazie alle indagini i finanzieri hanno potuto appurare l’esistenza di un circuito fraudolento che si era sviluppato intorno all’imprenditore barese. Si è scoperto che i committenti delle opere di recupero erano sprovvisti di una capacità reddituale e finanziaria idonea al sostenimento delle ingenti spese di rifacimento delle facciate. Inoltre gli stessi avrebbero sostenuto oneri per interventi edilizi eccessivamente sproporzionati rispetto alle caratteristiche e al valore degli immobili posseduti che non sono stati sottoposti a recenti opere di rifacimento delle facciate, maturando i crediti di imposta poi ceduti all’imprenditore barese. Inoltre gli stessi committenti avrebbero sostenuto oneri per interventi edilizi eccessivamente sproporzionati rispetto alle caratteristiche e al valore degli immobili posseduti che non sono stati sottoposti a recenti opere di rifacimento delle facciate. E in più anche i successivi cessionari che hanno acquistato gli ingenti crediti d’imposta direttamente dall’imprenditore indagato sono risultati privi di una capacità reddituale e finanziaria adeguata per sostenere questo rilevante esborso monetario. Pertanto è stato disposto dalla Procura di Bari il sequestro urgente dei crediti al fine di interromperne la circolazione.