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Brindisi, sub scopre una salina in mare aperto: “Databile dal 1000 al 1700”

4 Giugno 2022
– Autore: Eleonora Francklin
4 Giugno 2022
– Autore: Eleonora Francklin

Strutture sottomarine al largo di Brindisi. La scoperta è stata fatta dal subacqueo tarantino Fabio Matacchiera e documentate grazie all’ausilio di droni e telecamere subacquee. Si tratta di due strutture di pietre a secco, sommerse negli anni dal mare Adriatico. Secondo gli esperti sarebbero state realizzate e utilizzate per la produzione di sale dall’anno 1000 al 1700.

Stando ai documenti di archivio, dall’anno mille nel brindisino vi era una fiorente attività di produzione e raccolta del sale con vasche rettangolari. Il professor Mario Lazzarini ha preso in carico lo studio del ritrovamento e vedendo il video di Matacchiera ha potuto già esprimere un parere su quanto si vede. “I filmati ci danno informazioni molto importanti sulla produzione e commercio del sale nel Medioevo. A distanza anche notevole dalla costa (500 metri) e ad una profondità di almeno 2 metri dal livello attuale del mare, si vedono chiaramente delle strutture rettangolari di pietrame a secco, anche di grandi dimensioni, collegate fra loro: sono probabilmente i resti di grandi vasche per la raccolta del sale, rinforzate e ristrutturate in varie epoche per proteggerle dall’erosione marina”.

“L’epoca non è facile da accertare, in mancanza di una campagna di scavo archeologica, ma è evidente l’avanzata del mare che con l’innalzamento del suo livello e l’erosione incessante ha sommerso queste vasche, tanto che oggi la costa è ben più distante, diverse centinaia di metri. Si dice che il livello del mare negli ultimi 2000 anni si sia innalzato di 2,50 metri circa. Ma dirlo così è una cosa, vederne in maniera così chiara e sorprendente gli effetti è un’altra. Forse le vere Saline di Brindisi erano lì, in mezzo a quello che oggi è mare aperto”.