Nell’inchiesta della Procura di Bari sui presunti casi di Parentopoli nell’Arpal Puglia, l’Agenzia regionale per il lavoro c’è anche l’avviso pubblico con cui la Regione ha scelto Massimo Cassano come direttore generale. Una designazione, come si legge su La Gazzetta del Mezzogiorno, che ha lasciato ampio margine di scelta e discrezionalità al governatore Michele Emiliano. Il presidente della Regione si è opposto anche alla legge che ha portato poi alla decadenza di Cassano negli scorsi mesi.
All’avviso pubblico nel 2020, che stabiliva come il direttore generale dovesse essere scelto con le stesse modalità previste per i direttori di dipartimento della Regione e che aveva come requisito principale quello dell’esperienza di almeno 5 anni come dirigente o amministratore, risposero 34 candidati. I curriculum furono esaminati dal dirigente del dipartimento Lavoro, il professor Domenico Laforgia, e rimasero in corsa tre su tutti: Massimo Cassano, commissario uscente dell’Arpal, Giuseppe Muscio, dirigente di una multinazionale con esperienze nel mondo dell’energia e Claudio Spadon. A dicembre 2020 la giunta regionale ha scelto Cassano, ma la sua nomina suscitò già all’epoca diverse polemiche, in quanto dal suo curriculum non si evinceva l’esperienza richiesta dall’avviso pubblico, ma solo quella sviluppata come commissario della stessa Arpal su designazione di Emiliano. Ora la Procura di Bari è chiamata a stabilire anche se in questo caso sono stati compiuti reati e, in caso di risposta affermativa, chi.