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Bufera sul concorso Arpal Puglia, una candidata: “Strani movimenti degli amici di Cassano ho verbalizzato tutto”

13 Ottobre 2022
– Autore: Antonio Loconte
13 Ottobre 2022
– Autore: Antonio Loconte

Alla vigilia delle scorse elezioni politiche siamo andati a trovare Cosimo, per tutti Mino, Boccasile, fedelissimo della prima ora di Massimo Cassano, consigliere del Municipio 1 e dipendente dell’Arpal, per ora a tempo determinato. Nel patronato di Japigia, suo quartiere natale, Boccasile era impegnato a fare attivamente campagna elettorale. Una cattiva prassi, ma molto diffusa in tutta Italia. In quella circostanza Boccasile aveva difeso dalle accuse di parentopoli la sua assunzione nell’Agenzia regionale di cui il suo mentore politico è direttore. Il suo non è certo un caso isolato. Sono tanti i nomi degli amici di Massimo Cassano assunti regolarmente all’Arpal. Boccasile lavora nel carrozzone pugliese in seguito all’assunzione a tempo determinato, per aver vinto un concorso pubblico per titoli e colloquio, ma il 4 ottobre scorso si è cimentato come decine di altri candidati nel concorso per l’assunzione di 12 unità a tempo indeterminato. Dopo la pubblicazione del nostro video abbiamo ricevuto alcune segnalazioni su presunte irregolarità nella gestione della prova. Una di queste ci ha particolarmente colpito, perché assolutamente dettagliata, ma soprattutto perché messa nera su bianco al termine della prova, con la speranza del candidato a suo dire tradito da un seguito giudiziario. Boccasile e un altro sostenitore pubblico del direttore Arpal, Massimo Cassano, erano seduti dietro di lei. Secondo quanto verbalizzato dalla candidata delusa, i due sarebbero andati in bagno a distanza di un quarto d’ora l’uno dall’altro e avrebbero maneggiato alcuni fogli diversi da quelli consentiti. Uno dei due, poi, le avrebbe rivolto delle chiare minacce udite dai presenti. Nel video la candidata spiega le perplessità verbalizzate alla fine della prova sospetta, ponendosi alcune domande ed esprimendo tutto il suo sconforto. Lei, laureata e avvocato da vent’anni, arrivata nel primo concorso per l’assunzione di una unità nella categoria B3 dopo un licenziato alla scuola media impegnatosi giorno e notte nello studio. “Mi sono fatto il mazzo”, ci aveva detto Boccasile tra la distribuzione di un santino elettorale e l’altro. La sua determinazione lo hanno premiato, evidenziando come il titolo di studio non è sufficiente, serve studiare e aggiornarsi. Il posto di lavoro pubblico, confuso spesso col posto fisso, è una cosa seria e come tale bisogna guadagnarselo.