Scordatevi la lingua di sabbia che si era formata tra la spiaggia di Pane e Pomodoro, la forte burrasca che si è abbattuta nel Barese ha spazzato via di tutto, anche quella. C’è chi però, a differenza dei nostri Antonio e Tino, ha approfittato delle raffiche di vento per esercitare la loro più grande passione.
Stiamo parlando del kitesurfing, lo sport velico nato nel 1999 come variante al surf che consiste nel farsi trainare da un aquilone, che usa il vento come propulsore e che viene manovrato attraverso una barra, collegata al kite da sottili cavi di dyneema o spectra detti “linee”, lunghi tra i 22 e i 27 metri.
“Ci divertiamo come dei matti, in queste situazioni devi avere però l’attrezzatura giusta e l’esperienza perché il vento è molto forte – spiegano -. Il rischio principale è se si spezza un cavo dell’aquilone, questo ti metterebbe in grande difficoltà”.