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Caos 118 Bari, barelle sequestrate e “dispetti” nei Pronto Soccorso: coordinatore Dibello scrive al vento

13 Maggio 2022
– Autore: Antonio Loconte
13 Maggio 2022
– Autore: Antonio Loconte

Barelle delle ambulanze 118 sequestrate nei Pronto Soccorso, scopertura del territorio e disagi per operatori e utenti continuano. Il nostro recente articolo ha prodotto da un lato una presa di coscienza di quali siano i protocolli da seguire, dall’altro a quanto pare un inasprimento dei rapporti tra alcuni medici ospedalieri e gli equipaggi del 118.

Dopo la pubblicazione delle precisazioni in merito messe nero su bianco da Antonio Dibello, coordinatore del 118 Barese, ma contemporaneamente anche responsabile del Dipartimento dell’emergenza-urgenza della Asl Bari e direttore del Pronto Soccorso dell’ospedale della Murgia, in tanti si sarebbero aspettati un intervento perentorio dei vertici sanitari, invece il caos continua a regnare sovrano.

Le foto che alleghiamo sono state scattare ieri pomeriggio all’esterno del Pronto Soccorso dell’ospedale Di Venere, a Bari. Alcune ambulanze del 118 sono ferme all’esterno della struttura perché le i pazienti non sono stati sbarellati. Eppure, come si può facilmente vedere, sempre in un’altra foto scattata ieri, di barelle ce ne sarebbero almeno in numero sufficiente per consentire ad equipaggi e ambulanze di fare ritorno nelle proprie postazioni, tornando quindi a disposizione della gente del proprio territorio di competenza.

Non si riesce a comprendere perché si debba assistere a questo genere di situazioni, a maggior ragione rispetto ad alcuni fatti di cronaca che hanno evidenziato la necessità di poter contare sull’intervento immediato – tra l’altro previsto da protocolli internazionali – dei mezzi di soccorso. Senza contare gli invii su situazioni in alcuni casi imbarazzanti. Ma questo è un altro discorso.

Un’altra situazione da verificare e nel caso risolvere è certamente quanto sarebbe stato riferito ad alcuni utenti ed equipaggi del 118 al Pronto Soccorso di Molfetta. “Non c’è il triagista”, ovvero il sanitario che per primo prende in carico il paziente arrivato nella struttura ospedaliera di emergenza. Fosse una scusa sarebbe preoccupante, ma nel caso in cui davvero mancasse bisognerebbe interrogarsi seriamente sulla netta colossale differenza tra i proclami e la normale amministrazione della sanità.

Dal canto nostro continuiamo a raccogliere segnalazioni, con la speranza di potervi raccontare di medici e infermieri, tanto ospedalieri quanto a bordo dei mezzi di soccorso, messi in condizioni di svolgere al meglio il proprio delicato compito al servizio della comunità, senza doversi preoccupare di risolvere alla meglio ciò che viene trascurato da quanti, al contrario, hanno smesso da tempo di essere in trincea e adesso vengono profumatamente pagati per far andare avanti la baracca.

 

 

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