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Caporalato tra le campagne di Brindisi e Bari: 3 assoluzioni 7 anni dopo gli arresti – I NOMI

14 Maggio 2024
– Autore: Raffaele Caruso
14 Maggio 2024
– Autore: Raffaele Caruso

Erano accusati di caporalato, ma sono stati assolti in primo grado “perchè il fatto non sussiste”. Questo è quanto ha deciso la giudice del tribunale di Brindisi nei confronti di Giuseppe Bello 55 anni, Anna Errico di 79 anni e Anna Maria Iaia 56 anni (madre e figlia). I tre furono arrestati dai carabinieri nel giugno del 2017 nell’ambito di un’operazione dedita al contrasto del caporalato tra le campagne di Brindisi e Bari.

Secondo l’accusa, tra il gennaio del 2015 ed il marzo del 2017, i tre avrebbero svolto un’attività d’intermediazione reclutando manodopera nel Brindisino e organizzando l’attività agricola in condizioni di “sfruttamento, mediante minaccia e intimidazione approfittando del loro stato di bisogno e necessità”. Trentanove erano le persone offese e nove le costituzioni di parti civili. Bello è stato difeso dagli avvocati Giuliano Calabrese e Giuseppe Ostuni, mentre Errico e Iaia sono state assistite dal legale Vita Cavaliere. Il pubblico ministero Gualberto Buccarelli aveva chiesto sei anni per Bello, sette anni e sei mesi per Anna Maria Iaia e quattro anni per Anna Errico.

La giudice ha accolto la tesi delle difese ed ha emesso la sentenza di assoluzione per il reato di ‘Intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro aggravati’ (caporalato) ed ha condannato a nove mesi di reclusione solo la 56enne per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Nulla è stato riconosciuto alle parti civili.