“Non sappiamo a chi giova questa diffusione di notizie gonfiate se non addirittura false che, vengono pubblicizzate sui media inerente aggressioni di sanitari all’interno del carcere di Bari. Purtroppo i fautori di queste fake news non si fanno scrupoli di chiedere l’appoggio di ignari politici che invece sono più volte intervenuti per sollecitare chiarezza, trasparenza e senso di responsabilità ai vertici regionali della sanità per il centro clinico di Bari gestito in maniera irresponsabile da un dirigente che avrebbe autorizzato l’ingresso di decine e decine di detenuti (allettati e su sedie a rotelle) ospitati nelle sezioni detentive, poiché i posti nel centro clinico sono esauriti da tempo (25 per quasi 130 detenuti malati con patologie gravi). Per far clamore hanno anche usato il Presidente nazionale dell’ordine dei medici Anelli che prima di “cascarci” avrebbe potuto chiedere ad altre fonti, invece di accusare a spada tratta Direzione e poliziotti di Bari. Ci riferiamo alla presunta aggressione nella giornata di ieri, di una dottoressa da parte di un detenuto psichiatrico che avrebbe inveito nei suoi confronti poiché gli sarebbe stata negata una visita specialistica”.
Inizia così il comunicato di SAPPE, il Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria. “I Fatti, fortunatamente, sarebbero andati in maniera molto diversa poiché al detenuto che avrebbe cercato di aggredire la dottoressa si sarebbe frapposto, coraggiosamente, un poliziotto penitenziario presente nella stanza, per cui il detenuto sarebbe stato bloccato e non avrebbe nemmeno sfiorato la dottoressa in questione , come pure non ci sarebbero danni alle cose od altre persone – si legge nella nota -. Il SAPPE non può accettare che il sacrificio dei poliziotti venga screditato o messo in dubbio da chi con queste notizie non veritiere genera malumore e protesta tra i detenuti già molto arrabbiati poiché nonostante la presenza di oltre 70 unità tra sanitari e parasanitari, non vengono soddisfatte le loro esigenze, con medici che durante l’orario di lavoro sarebbero molto restii a visitarli. Avevamo chiesto all’ASL di Bari di verificare sia la correttezza dei comportamenti dell’attuale dirigente sanitario, nonché la conformità e la presenza di gravi barriere architettoniche della struttura in cui vengono “abbandonati” i malati gravi allettati su sedie a rotelle, che in caso di emergenza sarebbero i primi a soccombere per mancanza di uscite di emergenza, ma inutilmente forse perché non si vuole che il marcio e la verità vengano fuori. Una rivolta dei detenuti per questo clima di tensione instaurato dai chi mette in circolo tali notizie sarebbe devastante non solo per il penitenziario, ma per tutto il territorio per cui invitiamo per l’ennesima volta il Presidente della Regione e l’assessore alla sanità di farsi un giro all’interno del centro clinico e delle sezioni in cui sono ristretti i malati gravi, per rendersi conto di persona dell’inferno dantesco in terra. Infine e non certo per polemizzare vorremmo ricordare che i sanitari che lavorano nel carcere di Bari sono mille volte più protetti e sicuri grazie alla polizia penitenziaria, una sicurezza che i loro colleghi che lavorano sul territorio si sognano, ed i gravi episodi di violenza quasi giornalieri lo stanno a dimostrare. Proprio per questo il SAPPE chiederà un incontro urgente al Dirigente Generale dell’ASL di Bari per chiarire definitivamente a questione del centro clinico e la qualità del servizio che viene offerta ai detenuti nonostante si sprechino tantissimi soldi dei contribuenti pugliesi”.