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Carcere di Bari, Sappe su dichiarazioni Buonvino: “Accuse false il presidente Anelli venga a controllare”

18 Ottobre 2023
– Autore: Redazione Quinto Potere
18 Ottobre 2023
– Autore: Redazione Quinto Potere

“Siamo stati zitti a leggere falsità su falsità, ma ora si è oltrepassato ogni limite, poiché si è finanche messo in dubbio la fedeltà ed il rispetto della legalità da parte della polizia penitenziaria di Bari”. La segreteria del SAPPE, sindacato autonomo polizia penitenziaria che rappresenta i poliziotti di Bari, dice basta in merito alle dichiarazioni di questi giorni da parte del dirigente sanitario Buonvino e di altri medici che avrebbero ingigantito gli eventi critici accaduti all’interno del carcere. “Chiediamo l’intervento del presidente dell’ordine dei medici di Bari Anelli per alcune frasi dette che non corrisponderebbero a verità nonché offendono il prestigio e la professionalità dei poliziotti di Bari che, invece verrebbero vessati e costretti a surrogare personale medico e paramedico in tantissime occasioni”.

“Riteniamo inaccettabile che si possa dire che ci siano state delle omissioni nel relazionare i fatti accaduti, ed ancora peggio che non si sia informata di ciò l’autorità giudiziaria. Prima di lanciare accuse così gravi, sarebbe stato opportuno un confronto con gli operatori penitenziari per cercare di capire quali siano le vere cause che portano a situazioni critiche, cosa che non è stata fatta. È stato informato il dottor Anelli del fatto che nei giorni scorsi in maniera unilaterale ed arbitraria sarebbe stata sospesa l’assistenza sanitaria ai detenuti (visite mediche), situazione che ha creato  enormi e pericolosi problemi alla sicurezza del carcere per cui la polizia penitenziaria è stata impegnata allo spasimo per evitare situazioni drammatiche quali rivolte, proteste eclatanti”.

“È stato chiesto al dottor Buonvino quanti detenuti vengono visitati dai sanitari, e quanto tempo trascorrono gli stessi nelle sezioni detentive durante le 6 ore lavorative? Perché il dirigente sanitario del centro clinico di Bari che non ha più di 25 posti continua ad autorizzare l’arrivo di nuovi detenuti con patologie molto serie da tutta la nazione che vengono trasferiti a Bari per essere curati nella predetta struttura, pur sapendo non essendoci posti, per cui vengono allocati nelle varie sezioni detentive, nonostante abbiano bisogno di cure continue e specialistiche che spesso sono erogate con il contagocce mettendo in grande difficoltà i pochi poliziotti in servizio nei reparti che alla fine  sono costretti a gestirli?!

“Si informi il dottor Anelli dove vengono messi i malati gravi (su sedie a rotelle, oppure obesi oltre 250 kg e più) con l’assenso del dirigente sanitario, e scoprirebbe che in quei posti non potrebbero starci, poiché ci sono le barriere architettoniche, un montacarichi che funziona a malapena, scale ripide per cui in caso di emergenza questi detenuti non potrebbero avere alcuna speranza di fuga. Anche l’ASL risulterebbe connivente, poiché nonostante sia chiamata per legge a garantire il rispetto della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro, unitamente all’ispettorato del lavoro ed al corpo dei vigili del fuoco, nulla ha fatto se non incensare il responsabile della struttura barese”.

“Dottor Anelli se nel suo reparto ospedaliero ci sono 25 posti, Lei accoglierebbe 130 malati? Non ci dicano che è il DAP che li manda a Bari, poiché il Dirigente sanitario che non è un dipendente del DAP, ha tutta l’autorità per accogliere o meno i detenuti malati poiché lui è responsabile del reparto e non può prendere applausi dal DAP a scapito della salute dei detenuti e sulla pelle dei poliziotti costretti dall’inizio dell’anno ad accompagnare circa 160 detenuti in estrema urgenza in ospedale  di cui un centinaio subito rientrati, mettendo a repentaglio la sicurezza del carcere”.

“Lo sa cosa vuol dire trovare del personale di scorta e sguarnire il penitenziario lasciandolo con 8 o 9 poliziotti a gestire la sicurezza e 450 detenuti (moltissimi pericolosi delinquenti), solo perché il medico in servizio (considerati i dati del pronto soccorso) ha deciso che il detenuto è gravissimo? Lo sa il presidente dell’ordine dei medici che nell’ordinamento penitenziario la sorveglianza a vista per motivi sanitari non esiste per cui questa tipologia di detenuti dovrebbe essere gestita da sanitari e parasanitari, mentre il dirigente sanitario di Bari li scarica alla polizia penitenziaria, fregandosene delle conseguenze che ciò crea alla sicurezza del carcere ed ai diritti dei lavoratori, in forte carenza di organico?”.

“E poi le è stato detto che durante il periodo del covid i poliziotti ed i detenuti lavoranti erano costretti a gestire direttamente i malati indossando peraltro presidi sanitari (tute e maschere) diverse da quelle da quelle utilizzate da loro? Come pure caro dottor Anelli lei ritiene deontologico destinare le prime dosi di vaccino anziché ai legittimi destinatari (detenuti e poliziotti), a persone esterne al carcere? Si è mai chiesto il dirigente sanitario di Bari che avrebbe a disposizione ben 70 operatori sanitari (in proporzione più di un reparto ospedaliero) come funziona l’assistenza sanitaria ai detenuti? Non può essere che i detenuti protestino poiché i livelli assistenziali non siano dei migliori? Sulla gestione e cura dei detenuti psichiatrici stendiamo un pietoso velo, poiché la polizia penitenziaria di Bari porta i segni (tante aggressioni fisiche gravi) della bontà dell’assistenza, peraltro segnalata alle varie procure della regione”.

“Voglio ricordare al dottor Anelli che fino a quando l’assistenza sanitaria ai detenuti era in capo al DAP ed al Ministero della Giustizia gli eventi critici riguardanti il personale sanitario erano quasi inesistenti, poiché chi lavorava nel carcere era cosciente delle gravi difficoltà operative poiché un detenuto non è un normale malato da gestire, per cui ci vuole molta professionalità ed esperienza. Con il passaggio alla sanità pubblica è scoppiato il far west, per cui sono stati mandati via quelli che sapevano come curare, trattare e controbattere i detenuti, rimpiazzati da personale all’oscuro di quello che è un carcere, ed i risultati si vedono. Il SAPPE ha sempre combattuto contro questo far west, basta leggere le cronache degli anni passati e le grandi polemiche con gli assessori di turno, peccato che ciò sia servito a poco poiché con il tempo  anche la sanità penitenziaria ha preso il virus del pubblico, e si è deteriorata”.

“Caro dottor Anelli si svegli non siamo a Gardaland, ma a difendere un presidio di legalità dello Stato con mezzi e risorse inadeguate per combattere in maniera efficiente la criminalità e dovremmo essere tutti uniti e far fronte comune, invece di scaricare le colpe della cattiva gestione sulla polizia penitenziaria. Avevamo chiesto al presidente Emiliano di venire nel carcere di Bari a  visitare il centro clinico e quel centinaio di malati seri dislocati nel penitenziario in condizioni aberranti. Sappiamo che il Presidente è impegnato in tante importanti attività (comprese le sagre), per cui ci aspettavano che mandasse qualcuno a rendersi conto. Forse del vecchio magistrato che conosceva bene il carcere e le sue problematiche non è rimasto più nulla; però saremmo stati onorati della sua visita, forse poliziotti di Bari non meritano ciò. Noi del SAPPE comunque non ci arrendiamo e nei prossimi giorni faremo vedere quello che denunciamo a parlamentari nazionali e consiglieri regionali, invitiamo anche il dottor Anelli a venire con noi, forse inizierebbe a capire da che parte sta la verità”.