“Da tempo il SAPPE, sindacato autonomo polizia penitenziaria, chiede interventi a tutela della sicurezza e dell’incolumità dei poliziotti inutilmente. Piu volte abbiamo avvertito che questa escalation di aggressioni che verrebbero perdonate dall’amministrazione penitenziaria avrebbe portato alle estreme conseguenze. E nella serata di ieri siamo quasi arrivati ad un punto di non ritorno allorquando un detenuto con qualche problema psichiatrico avrebbe chiesto di andare all’infermeria. Dopo essere stato autorizzato, l’addetto alla sezione apriva la stanza del detenuto e mentre lo accompagnava verso il presidio sanitario, improvvisamente sentiva le mani dello stesso che gli stringeva il collo così forte da farlo svenire e cadere a terra, purtroppo nella caduta urtava la testa al cancello in ferro provocandogli una ferita lacero contusa (15 giorni s.c.)”.
Il sindacato SAPPE denuncia un’aggressione avvenuta ieri nel carcere di Trani. L’aggressore è Giovanni Cassano, il fratellastro del calciatore Antonio che con lui non ha mai voluto avere rapporti. Soprannominato “U curt”, ha alle spalle una longeva carriera da ladro e rapinatore.
“Non sappiamo cosa sarebbe potuto accadere se non fossero intervenuti gli altri poliziotti in soccorso dello sfortunato collega, ma sicuramente siamo andati molto vicino alla tragedia – si legge nella nota -. Ma veramente l’amministrazione penitenziaria sta aspettando che ci scappi il morto prima di prendere provvedimenti? Diciamo ciò poiché il detenuto responsabile di tale atto che ha una fedina penale importante (furti ricettazione ecc. f.p. 2036) è diventato famoso per le aggressioni e gli atti di violenza che hanno costellato le su apparizioni nelle varie carceri pugliesi, ottenendo l’avvicinamento a casa come premio”.
“Il SAPPE dice basta a questo menefreghismo della politica che tratta le carceri come discarica sociale ove mettere insieme detenuti pericolosi, con seri problemi psichiatrici, con gravi situazioni di tossicodipendenza. In questo contesto la polizia penitenziaria si trova tra l’incudine ed il martello quale agnello sacrificale che paga tutte le inefficienze e le contraddizioni di un sistema penitenziario ormai allo sbando – lamenta il Sappe -. A Trani (come peraltro in tutte le altre carceri della regione), mentre mancano almeno 50 poliziotti per garantire i livelli minimi di sicurezza, si continua a riempire come un uovo il carcere di detenuti di ogni genere, tanto che la sicurezza del carcere stesso è a rischio , e solamente la professionalità, il coraggio e la dedizioni dei poliziotti penitenziari a partire da chi gestisce la sicurezza all’ultimo dei lavoratori che si riesce a tenere un piedi una barca che fa acqua da tutte le parti”.
“Proprio per questo si chiede che i detenuti con problemi psichiatrici vengano spostati dalle carceri in strutture dedicate ove possono essere curati e gestiti nel rispetto della legge; che vengano adottati urgenti provvedimenti affinché i violenti vengano puniti così come prevede la legge(quasi mai mai applicata dal DAP); provvedere all’invio urgente di poliziotti presso il carcere di Trani, nonché riportare il sovraffollamento del penitenziario tranese ai livelli degli altri penitenziari della nazione”, conclude il sindacato.