La Regione Puglia è pronta a richiamare i medici in pensione per far fronte alla grave carenza registrata negli ospedali pubblici e nel sistema emergenza-urgenza del 118, sfruttando la proroga inserita in un decreto legge nazionale entrato in vigore agli inizi di agosto che consente l’assunzione di personale in quiescenza per far fronte allo stato di emergenza. I medici in pensione assunti saranno pagati 60 euro lordi all’ora e il compenso non andrà a pesare fiscalmente sul reddito pensionistico.
“Ritengo che al momento attuale la legislazione nazionale consenta solo a figure sanitarie dell’Ucraina di svolgere la professione in Italia, qualora fossero sul nostro territorio. Non c’è una legge nazionale che disciplina la questione e specialmente da un punto di vista medico legale una soluzione del genere si presenterebbe rischiosa – le parole dell’assessore alla Sanità della Regione, Rocco Palese, riportate dal Corriere del Mezzogiorno -. In caso di prestazioni sbagliate, chi ne risponderebbe? C’è anche un problema relativo alle lingue e anche al procedimento di riconoscimento del titolo che, in tutto il suo iter, comporta nel nostro Paese, un periodo di quasi due anni”.
Ieri l’assessore Palese e il direttore del dipartimento per la Salute della Regione Puglia, Vito Montanaro, hanno inviato una circolare alle Asl in cui si autorizza i direttori generali, “dopo aver verificato l’impossibilità di assumere personale per il corrispondente profilo professionale, anche facendo ricorso agli idonei collocati in graduatorie concorsuali in vigore a pubblicare i bandi,”, chiedendo anche “una dettagliata relazione in merito al personale in quiescenza eventualmente assunto sinora e alla spesa effettivamente sostenuta per ciascun profilo professionale”.