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Case svaligiate con parrucche da donna e auto rubate: a capo della banda il fratellastro di Antonio Cassano

17 Gennaio 2024
– Autore: Redazione Quinto Potere
17 Gennaio 2024
– Autore: Redazione Quinto Potere

C’è anche Giovanni Cassano, fratellastro del calciatore Antonio con il quale non ha alcun rapporto e soprannominato “u curt”, tra gli 8 arrestati dell’operazione condotta questa mattina dai Carabinieri, in cui vengono riconosciuti gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati ritenuti appartenenti ad un sodalizio criminale operativo nei comuni delle provincie di Bari e BAT. Ai destinatari vengono contestati, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere, dodici furti in abitazione, cinque furti su auto, un furto di auto, ricettazione di un’autovettura, due reati di falso (alterazione di targhe), una violazione della misura di prevenzione della sorveglianza speciale di PS. Cassano, ritenuto al vertice del sodalizio criminale, si trova nel carcere di Taranto per un’altra vicenda giudiziaria.

L’indagine trae origine da eventi denunciati nei mesi di novembre e dicembre 2020, nei comuni di Castellana Grotte (BA) e di Conversano (BA). Le indagini hanno permesso di raccogliere indizi anche sulle scelte delle vittime da colpire con l’acquisizione di informazioni sulle abitudini di vita e le disponibilità economiche, anche tramite pedinamenti e appostamenti ripetuti.

In particolare:

– gli associati utilizzavano, per introdursi nelle abitazioni, sia chiavi sottratte alle vittime che quelle riprodotte col favore del titolare di un negozio di ferramenta, al quale venivano fornite le foto delle chiavi da duplicare e che avrebbe percepito un compenso di 70/80 euro per ogni richiesta;

– l’individuazione delle abitazioni da colpire avveniva anche attraverso l’accesso illecito alla banca dati per la visura delle targhe di autovetture, eseguito tramite operatori compiacenti di un’agenzia di pratiche automobilistiche, in seguito al pagamento di somme di danaro;

– il gruppo aveva a disposizione anche telefoni e schede telefoniche dedicati che venivano utilizzati solo nelle attività illecite per le comunicazioni tra gli associati, intestate fittiziamente a terze persone ignare, per la riconducibilità ai reali utilizzatori;

– gli indagati disponevano di più autovetture di provenienza furtiva adoperate per raggiungere gli obiettivi già prefissati. Dalle indagini è emerso anche l’uso di un’autovettura cui era stato alterato il numero di targa per impedire di risalire all’effettivo proprietario;

– gli associati, durante i furti, erano soliti indossare parrucche da donna, cappellini, mascherine e passamontagna, rendendo difficoltosa l’identificazione.

I Carabinieri hanno recuperato un borsone con 110mila euro in contanti nella disponibilità dell’organizzazione. Tra gli indagati anche il titolare della ferramenta e il titolare di un’agenzia di pratiche auto, a cui la banda si rivolgeva per ottenere copia delle chiavi – necessarie per introdursi nelle case – e informazioni sulle auto delle loro vittime.