Il primo dei sei poliziotti implicati nell’inchiesta dell’ex giudice Giuseppe De Benedictis riguardante la detenzione di arsenale, anche da guerra, è stato interrogato dalla Procura di Lecce. Il poliziotto, assistito dall’avvocato Massimo Chiusolo, nel lungo interrogatorio ha negato di aver avuto un ruolo nel passaggio di alcune armi dai deposito della Questura di Bari all’arsenale dell’ex gip. I sei agenti sono indagati a vario titolo per falso in atto pubblico, peculato, detenzione e cessione di armi clandestine, aggravati dall’aver agito nell’ambito delle loro funzioni istituzionali. Di questi due sono in pensione e quattro sono ancora in servizio. Il poliziotto ascoltato si è detto anche estraneo al complicato meccanismo utilizzato per l’acquisizione, catalogazione, conservazione e distruzione delle armi. Per il pm Alessandro Prontera alcune armi e munizioni sarebbero dovute essere distrutte, ma in realtà sono state consegnate a De Benedictis, come emerso da alcune intercettazioni della Squadra Mobile nell’inchiesta che portò all’arresto dell’ex giudice, già arrestato con l’accusa di corruzione in atti giudiziari. Per le armi De Benedictis è stato condannato a 12 anni e 8 mesi di reclusione.