Armi che risultano distrutte ma che in realtà erano finite nella mani dell’ex giudice Giuseppe De Banedictis. Questo è quanto emerge nel secondo interrogatorio, avvenuto nel maggio scorso, per cui all’ex gip è valso il secondo arresto.
Notizie omesse o tenute nascoste perché il quell’interrogatorio De Benedictis ha accusato diversi professionisti come colleghi, forze dell’ordine e anche alcuni pm della Procura di Lecce incaricata delle indagini.
L’interrogatorio è principalmente incentrato sul ritrovamento dell’arsenale nella masseria ad Andria. Tra quelle armi ci sono anche pezzi che dovevano essere distrutti dopo i sequestri. Questo significa che, come ha sottolineato lo stesso gip, ci sono falsi verbali di distruzione e che le armi gli erano state date proprio da colleghi e forze dell’ordine perché sapevano della sua passione.