Dal 13 febbraio 2019 non si hanno più notizie di Pietro Conversano, appuntato della Guardia di finanza che viveva a Fasano ed era in servizio a Monopoli. Attorno alle 4 del mattino di quel giorno, dopo aver parcheggiato la sua auto nei pressi della caserma, fece perdere le sue tracce. Le telecamere lo ripresero alla stazione di Monopoli e poi a quella di Bari, con sé aveva la pistola d’ordinanza ed il tesserino. La famiglia non ha mai creduto all’allontanamento volontario.
Dal giorno della sua scomparsa è successo di tutto. Nei suoi confronti è stato aperto un processo con l’accusa di diserzione, reato che consiste nell’abbandono del corpo in cui si presta servizio o nel non presentarsi alla chiamata alle armi senza giustificare il motivo. I giudici non si sono voluti esprimere nei mesi scorsi su eventuali condanne congelando di fatto il procedimento nella speranza che le ricerche affidate alla Guardia di Finanza avessero potuto dare risultati positivi.
Oggi a Napoli si è tenuta un’altra udienza, il processo è stato congelato per permettere nuovamente le ricerche di Conversano questa volta affidate alla Polizia di Stato, dopo che per oltre un anno quelle svolte dalla Guardia di Finanza non hanno portato gli effetti sperati.
Ma non finisce qui perché la Guardia di Finanza intanto ha chiesto alla moglie di restituire lo stipendio dei mesi riconosciuti all’appuntato dopo la sua scomparsa, mentre l’Agenzia delle Entrate ha recapitato una multa da 47 euro per la mancata vaccinazione considerando quindi Conversano ancora vivo.