“Dopo Punta Perotti, la Puglia diventa teatro per un altro risarcimento questa volta così clamoroso che balzerà al primo posto nella storia di Italia. È quello di cui avrà diritto la famiglia di Francesco Cavallari torturato da 28 anni di inchieste tutte naufragate e marchiate da una locuzione divenuta insuperabile e definitiva per “colpa” di numerosi collegi giudicanti: “il fatto non sussiste””. A commentare la sentenza della Corte di appello di Lecce è Antonio Perruggini, presidente dell’Associazione di Categoria Welfare a Levante, per 20 anni collaboratore di Francesco Cavallari.
La Corte di Appello di Lecce, con il parere favorevole del Pubblico Ministero, ha annullato la sentenza di patteggiamento del 1995 che poneva Francesco Cavallari come unico indagato ad aver patteggiato una pena a 22 mesi mentre tutti gli altri indagati di una inchiesta che ipotizzava un intreccio tra criminalità e politica erano stati assolti in tutti e 3 i gradi di giudizio “perché il fatto non sussiste”. La Corte di Appello di Lecce, dopo numerosi pronunciamenti anche della Corte di Cassazione che a più riprese aveva ordinato di rivedere la storia di Cavallari poiché della mafia nell’inchiesta non vi era traccia, è andata spedita verso la decisione che non potrà differenziarsi nel metodo da altri risarcimenti già riconosciuti per la stessa vicenda che prese corpo nel ’94 e poi proseguì con la richiesta di sequestro dei beni dell’allora Presidente delle Case di Cura Riunite di Bari.
“Ora tutto è annullato, tutto sepolto, ma Francesco Cavallari è morto. L’uomo che ha donato alla Puglia strutture sanitarie di eccellenza, che annullava i “viaggi della speranza”, che assicurava migliaia di posti di lavoro ci ha lasciato esule oltre i confini italiani, il 27 gennaio del 2021 auspicando il pentimento di chi non volle la ragione, di chi non ascoltò la sua sofferenza e ben lontano dal diritto pianificò una storia che ha provocato innumerevoli insperate fortune. Risuonano nella mia mente le parole dell’immenso prof. Gaetano Contento che innanzi alla mia tristezza nel 1994 mi disse: ”Antonio questa è materia per le Università, per spiegare agli studenti che così non si fa una richiesta di misure cautelari”. Ci aveva visto bene il prof. dall’alto della sua sapienza ma la ragione e la dottrina non bastò. Quale sarebbe stata la storia della nostra Puglia senza la vicenda Cavallari? Quale sarebbe stata la storia della nostra Puglia senza la vicenda Punta Perotti? Quale sarebbe stata la storia della nostra Puglia senza la vicenda di Pasquale Casillo, altra vittima distrutta dalle inchieste mentre fatturava 3 mila miliardi di vecchie lire all’anno? È il tempo di ammirare un nuovo cielo limpido in Puglia e il sole sulla nostra terra che finalmente tornerà a nascere dal verso giusto” conclude Perruggini.