L’assemblea generale della Cgil nazionale che si è riunita oggi a Roma, su proposta del segretario generale Maurizio Landini, ha eletto Pino Gesmundo segretario confederale nazionale. Nato a Terlizzi nel 1963, sposato e con due figli, ha iniziato l’attività sindacale nella categoria della Funzione Pubblica nel 1985 come RSU presso il Ministero della Difesa dove lavora come funzionario. Dopo aver svolto incarichi di coordinamento in vari comparti, a livello provinciale e regionale, nel 2001 entra in Segreteria territoriale della FP CGIL di Bari con delega all’organizzazione e nel comparto delle funzioni pubbliche e della sanità, rivestendo incarichi anche nella Funzione Pubblica regionale pugliese. Nel 2009 diventa Segretario Generale della FP CGIL Metropolitana e Provinciale di Bari fino all’ottobre del 2011 quando viene eletto Segretario generale della Camera del Lavoro Metropolitana e Provinciale di Bari. A maggio del 2016 passa alla guida della CGIL Puglia in qualità di Segretario Generale. Oggi, dopo 38 anni di militanza nel sindacato dal quadrato rosso, l’elezione a segretario nazionale.
“Ringrazio il segretario generale Maurizio Landini per la fiducia accordatami – le sue prime parole -. Penso sia un riconoscimento che va a tutto il gruppo dirigente della Cgil pugliese, a un’organizzazione fortemente radicata nel territorio, avamposto di ogni battaglia di avanzamento delle condizioni dei lavoratori e di progresso rispetto a diritti civili e sociali da estendere. Espressione di quel Mezzogiorno che non ci sta a passare per palla al piede del Paese, ma uomini e donne di straordinaria intelligenza e spirito di iniziativa che chiedono, ahinoi da anni, di essere messi nelle condizioni di sprigionare tutto il potenziale economico e sociale che è dentro la storia di questi territori. Da parte mia vi sarà il massimo impegno in questo nuovo incarico che cade in una fase delicata per il nostro Paese, dentro scenari globali di conflitti e crisi. Proseguiremo nella nostra mobilitazione nei luoghi di lavoro e sui territori anche dopo la manifestazione di domani a Napoli organizzata con Cisl e Uil. La nostra piattaforma insiste sul contrasto al precariato, sulla difesa e il rafforzamento dei servizi pubblici – a partire da sanità e istruzione -, sul sostegno ai redditi da lavoro e pensioni, erosi dall’inflazione, anche attraverso una nuova politica fiscale e una riforma del sistema previdenziale. Infine politiche industriali che affrontando le sfide della transizione energetica e ambientale sappia creare condizioni di sviluppo e creazione di nuova buona occupazione, con particolare attenzione al Mezzogiorno. Quanto al futuro della Cgil Puglia si avvieranno, come da nostro Statuto le procedure per la mia successione. Come detto, c’è un gruppo dirigente preparato, unito, giovane, che saprà guidare l’organizzazione regionale al meglio, continuando l’impegno in Puglia per determinare condizioni di crescita che creino benessere generalizzato. Ai tavoli regionali per l’allocazione delle risorse europee come a quelli di confronto con le controparti datoriali, l’obiettivo della Cgil è sempre stato quello di rappresentare i lavoratori dentro un’ottica di sviluppo collettivo, economico e sociale. Serve dare risposte ai giovani che da qui continuano ad emigrare trovando solo lavoro ultra precario e irregolare. La Puglia, come tutto il Sud, ha risorse inespresse da mettere a valore. Perché questo accada servono ovviamente politiche nazionali di altro tipo, non certo proposte come l’autonomia differenziata, che contrasteremo in ogni modo. Così come serve una serrata lotta alle mafie e alle infiltrazioni criminali nel tessuto economico e dell’amministrazione pubblica. Se si chiede a qualunque cittadino quali sono le priorità del Paese risponderà il lavoro, la salute, le tutele pubbliche, la sicurezza. A questo dovrebbe dare risposte il Governo, che si attarda su pseudo riforme istituzionali, su come occupare le caselle del potere o della Rai. E quando arrivano le risposte sono di segno opposto: basta osservare l’attacco al Reddito di cittadinanza e gli effetti stimati da studiosi delle nuove misure, che respingeranno tante persone nella fascia di povertà. Questo disegno di disgregazione statale e sociale troverà la Cgil ferma oppositrice. Il lavoro che ci aspetta è difficile ma siamo certi di avere dalla nostra i lavoratori, i pensionati, i giovani, chi ha pagato in questi anni il prezzo di una crisi che ha visto crescere divari tra chi ha di più e chi ha di meno, siano territori o persone. In un diverso ambito e in un altro ruolo, da parte mia ci sarà lo stesso impegno e la stessa dedizione nel rappresentare al meglio i lavoratori, i pensionati, i giovani”.