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Champagne, l’attico in centro, le macchine e i viaggi di lusso: la vita “regale” di Olivieri e Lorusso

27 Febbraio 2024
– Autore: Redazione Quinto Potere
27 Febbraio 2024
– Autore: Redazione Quinto Potere

Una vita “regale” quella di Giacomo Olivieri e di sua moglie Maria Carmen Lorusso. Il Tribunale della prevenzione di Bari ha disposto il sequestro di appartamenti, masserie, terreni, società e disponibilità bancarie riconducibili all’ex consigliere regionale, finito in carcere nella maxi inchiesta sui voti di scambio e sulla mafia che ieri ha portato a 137 misure cautelari. Sua moglie, consigliere comunale uscente, è finita ai domiciliari come il padre, Vito Lorusso, l’ex primario dell’Oncologico già arrestato la scorsa estate per concussione.

“Sono emerse marcate anomalie nei rapporti tra Olivieri e alcuni dirigenti della Banca popolare di Bari e Banca popolare di Vicenza. Ha realizzato nel corso degli anni numerose operazioni immobiliari impiegando ingenti risorse finanziarie di cui ha potuto disporre in virtù di rapporti personali consolidati con esponenti di primo piano di alcuni istituti di credito, ricorrendo alla complicità di dirigenti compiacenti e funzionari condiscendenti, trasferendo metodicamente le proprietà acquisite mediante conferimenti societari e avvalendosi con estrema disinvoltura di prestanome e utilizzando le società costituite come schermo nei confronti dei creditori, e per eludere le indagini”, si legge nelle carte. Il saldo che va dal periodo 2011 al 2020, tra valore degli investimenti effettuati e capacità economico-patrimoniale, è negativo per quasi 9 milioni di euro.

Con la fondazione Maria Rossi Olivieri, onlus creata per assistere pazienti disabili gravi e malati oncologici, avrebbe realizzato una plusvalenza fittizia di circa 6 milioni di euro nell’acquisto e nella rivendita alla fondazione stessa di una masseria immensa e di una chiesa rupestre nelle campagne di Polignano. Tra le società sequestrate anche Comunicare srl, ex editrice del Quotidiano Italiano di Bari, e la Mecongress, società che si occupava dell’organizzazione di convegni medici. La loro vita regale però era sbandierata ai quattro venti e soprattutto sui social tra macchine e viaggi di lusso, aperitivi nei circoli di Bari, passeggiate a cavallo, la casa a Rosa Marina, i viaggi a Ibiza, Capri, Porto Cervo e Sharm-El Sheikh, senza dimenticare i resort pugliesi come Borgo Egnazia. Immancabili anche le tappe invernali a Roccaraso o Soraga, tutto a base di champagne. I due vivevano in un attico da 570mila euro in via Melo. Una vita di lusso portata avanti nonostante le decine di migliaia di euro che non pagava variamente alla gente a cui doveva svariate cifre.