“Presenza di cromo totale” accertata nell’acqua di falda in “misura superiore a 6,8 volte alla concentrazione” prevista dalla normativa del settore. È quanto hanno accertato le consulenze disposte dopo i controlli di polizia e guardia di finanza in alcuni terreni della zona industriale di Brindisi, nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte forniture di componenti aeronautiche difformi vendute da due aziende brindisine alla Leonardo-Aerostrutture per la produzione dei settori 44 e 46 del Boeing 787 Dreamliner. I dati delle perizie emergono dall’atto di avviso di conclusione delle indagini firmato dal pubblico ministero della procura di Brindisi, Giuseppe De Nozza, notificato a sette persone e alle imprese Processi speciali e manifacturing process specification (Mps).
Gli indagati, manager e dipendenti delle due società, sono: Vincenzo Ingrosso di 77 anni e i suoi tre figli Antonio di 52 anni, Alberto di 36 anni e Alessandro di 47 anni. Avviso di conclusione delle indagini notificato anche a Domenico Salamino di 45 anni, Salvatore D’Isanto di 42, e al 37enne Sirio Virgilio Zecchini. L’ipotesi dell’inquinamento ambientale è uno dei due filoni dell’inchiesta e riguarda anche i processi produttivi per il trattamento meccanico dei metalli, tra cui quelli utilizzati per produrre le componenti aereonautiche oggetto dell’inchiesta. Vincenzo e Antonio Ingrosso (direttore e amministratore della Mps), in concorso con Salvatore D’Isanto e Sirio Virgilio, si legge negli atti, “nella qualità di dipendenti” avrebbero “abusivamente cagionato la compromissione e comunque il deterioramento significativo e misurato di porzioni estese e significative del suolo e del sottosuolo, nonché delle acque”.