Dalle prime luci dell’alba, nelle provincie di Bari, Palermo e Taranto, è in corso l’esecuzione di un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali nei confronti di 19 soggetti (di cui 17 in carcere e 2 agli arresti domiciliari) – emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del locale Tribunale, su richiesta di questa Procura della Repubblica/Direzione Distrettuale Antimafia – con cui sono stati riconosciuti gravi indizi di colpevolezza (accertamento compiuto nella fase delle indagini preliminari che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa) per una pluralità di delitti. In particolare, l’esecuzione dell’ordinanza (nei confronti di 15 soggetti indagati da parte dei Carabinieri del Comando Provinciale di Bari e di altri 4 soggetti indagati congiuntamente da parte del personale della Polizia di Stato della Questura di Bari e del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Bari) costituisce l’epilogo di una complessa attività di indagine, coordinata da questo Ufficio giudiziario, articolata in 2 filoni investigativi – distinti, ma legati fra loro da profili di connessione soggettiva e oggettiva. Il primo delegato alla Compagnia Carabinieri di Triggiano, ha riguardato un’associazione di tipo mafioso operante sul territorio di Valenzano (BA), propaggine del noto e storico clan Parisi. Il secondo, codelegato alla Polizia di Stato (Squadra Mobile e DIGOS) e al Nucleo P.E.F./G.I.C.O di Bari, ha avuto ad oggetto, tra l’altro, un episodio di scambio elettorale politico-mafioso, nonché l’individuazione di un sodalizio delinquenziale finalizzato al reato di corruzione elettorale.
In relazione al secondo filone investigativo, appartenenti alla Polizia di Stato (Squadra Mobile e DIGOS) e al Nucleo P.E.F./G.I.C.O di Bari stanno dando esecuzione – nei comuni di Casamassima (BA), Palo del Colle (BA) e Valenzano (BA) – a misure cautelari personali nei confronti di altri 4 soggetti indagati, a vario titolo, per le ipotesi di reato di scambio elettorale politico-mafioso e associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale. Nello specifico, dalle articolate indagini svolte dalla Polizia di Stato e dalla Guardia di Finanza di Bari – mediante intercettazioni ambientali, telefoniche e telematiche, nonché servizi dinamici di osservazione e pedinamento – sarebbe emerso (secondo l’impostazione accusatoria accolta dal G.I.P. presso il Tribunale di Bari, allo stato, e fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa) che, in occasione delle elezioni del maggio 2019 per il Comune di Bari, sarebbe stata costituita un’associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale. Le attività investigative avrebbero, invero, disvelato un’attività organizzata di selezione e reclutamento di elettori con successiva acquisizione dei loro voti – mediante (prevalentemente) la corresponsione di somme di denaro (25 o 50 euro per ogni singolo voto) – in favore di una candidata, in una lista civica, alla carica di consigliere comunale, risultata poi eletta. Si tratta di Francesca Ferri, capogruppo di Italia Popolare al Comune di Bari. L’ipotizzata associazione per delinquere sarebbe stata promossa, costituita e organizzata, oltre che dalla predetta candidata (attinta dalla misura cautelare del carcere) e da Filippo Dentamaro, suo compagno convivente (con rapporti di frequentazione con elementi di spicco della criminalità organizzata locale – anch’egli destinatario della misura cautelare del carcere), anche da Nicola Canonico, noto imprenditore edile (sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari), già consigliere comunale di Bari dal 2004 al 2009 e della Regione Puglia dal 2005 al 2015, nonché attuale Presidente di una società di calcio militante nel campionato di serie C. Secondo l’indagine, risolveva le piccole contese tra candidati nella lista “Sport Bari Dirella Sindaco” (in cui è stata eletta la Ferri) e gli elettori, e garantiva la copertura economica rispetto alle promesse di voto. Sono state documentate le riunioni a casa di Canonico per definire la strategia. A tale presunta compagine criminale avrebbero aderito altri 7 soggetti aventi il ruolo di “portatori di voto”, ossia quello di individuare, contattare e reclutare il maggiore numero possibile di elettori da cui avrebbero comprato i voti verso il pagamento di un corrispettivo in denaro (che sarebbe stato loro anticipato o successivamente rimborsato dai 3 citati promotori). In relazione a tali fatti il Gip ha riconosciuto la gravità indiziaria rispetto ai reati di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale.