“Con la presente, scriviamo a nome di tutti gli infermieri idonei al concorso regionale 2019, che attualmente lavorano nel sistema privato regionale o nel sistema sanitario extra regionale, infermieri che non rientrano nelle politiche di stabilizzazione che questa Regione sta mettendo in atto e a cui siamo totalmente contrari”.
Inizia così la lettera inviata dagli infermieri idonei al concorso regionale della Puglia a Fials Puglia, CGIL Puglia, CISL Puglia, Nursid Puglia, UIL Puglia e Nursing up Puglia. “Siamo infermieri, professionisti della sanità che hanno superato tre prove concorsuali, lavoratori che, nonostante le difficoltà fisiche ed emotive affrontate lavorativamente durante questi anni di pandemia, hanno sacrificato gli affetti e il loro tempo per lo studio e la preparazione per questo concorso. Rappresentiamo tanti infermieri pugliesi con impieghi fuori regione che hanno guardato a questo concorso come l’unico mezzo per realizzare le proprie speranze di tornare a casa e il grido di protesta di tanti altri che lavorano nel sistema sanitario privato pugliese, il quale ha sorretto il sistema sanitario pubblico durante tutta la pandemia.
Notiamo come, nonostante la pubblicazione dell’ampio fabbisogno del personale infermieristico 2020-2022 (2481 unità mancanti), sono le decisioni intraprese a premere verso la via delle stabilizzazioni, sia Madia 21-22 (stabilizzazione che mira al superamento del precariato) che 18 mesi Covid (stabilizzazione che NON mira al superamento del precariato), attraverso gli avvisi di ricognizione e le proroghe contrattuali che tutte le ASL pugliesi stanno mettendo in atto. È evidente a tutti, però, come questo disegno rappresenti una grave distorsione della pur nobile finalità delle stabilizzazioni, che è quella di abbattere il precariato. Infatti, nel caso richiamato dei 18 mesi, si è biasimevolmente costretti – attraverso gli avvisi di ricognizione e le proroghe contrattuali che tutte le ASL pugliesi stanno mettendo in atto – a creare dapprima nuovo e ulteriore lavoro precario, per poi poter dire di volerlo superare con la terza tornata di stabilizzazioni. Richiediamo apertamente l’appoggio dei sindacati di categoria e manifestiamo il nostro dissenso alla gestione di tali procedure, esplicando le nostre richieste motivate da valide ragioni.
CONSIDERATO che
I. La regola generale, ai fini della copertura del fabbisogno ordinario, è quella dello scorrimento delle graduatorie concorsuali vigenti, così come prescrivono gli artt. 35 e 36 dell’Ordinamento del Lavoro alle dipendenze delle PP.AA. (D.Lgs. 165/2001).
II. Secondo la sentenza del Consiglio di Stato, Sez. V, 11 ottobre 2018, n. 5864, l’Azienda sanitaria può legittimamente procedere con la stabilizzazione (diretta o indiretta), a condizione che tale scelta sia adeguatamente motivata, dando conto del sacrificio imposto ai concorrenti idonei.
Noi ad oggi non conosciamo alcuna comunicazione ufficiale che motivi adeguatamente questa scelta.
III. Il concorso in questione è stato bandito e programmato precedentemente alla legge di bilancio 2021, la quale permette, ma non obbliga, di stabilizzare il personale con soli 18 mesi di servizio, presso un’amministrazione pubblica, a condizione che il personale abbia maturato almeno 6 mesi tra il 31 gennaio 2020 e il 31 giugno 2022. Tutta l’organizzazione del concorso, come dichiarato pubblicamente da voi più volte (ad es. video del 4 aprile 2021 del direttore generale ASL Taranto), mirava a creare una graduatoria di idonei il più consistente possibile, proprio per rispondere in maniera efficace ai fabbisogni del personale sopracitati.
IV. La proroga dei contratti fino a 18 mesi e la conseguente stabilizzazione dei precari covid, non è necessaria a fronteggiare l’emergenza e non attiene al superamento di precariato a differenza, invece, della legge Madia. Pertanto, le stabilizzazioni a 18 mesi Covid, attraverso una scelta che sia più equa e meritocratica, potrebbero essere attuate in un secondo momento, cioè solo dopo lo scorrimento della graduatoria degli idonei.
V. La legge di bilancio specifica, all’art 1 comma 268, che la stabilizzazione “mira alla valorizzazione della professionalità acquisita dal personale durante l’emergenza covid”; ricordiamo alle Amministrazioni che anche le strutture private, come da istanza Regionale, per far fronte all’enorme richiesta di assistenza sanitaria, si sono convertite in centri covid. Ne possiamo citare diverse in Puglia. Quindi, essendo tali, anche tutto il personale infermieristico di queste strutture private è stato protagonista principale nella risposta all’emergenza covid e di conseguenza proprio come i colleghi del settore pubblico hanno acquisito tale professionalità.
VI. La maggior parte degli infermieri pugliesi, che ha accettato i diversi avvisi pubblici durante questi anni di pandemia a tempo determinato, ha già avuto la fortuna di maturare i requisiti dei 18 mesi di stabilizzazione secondo la legge di stabilità. Questo rappresenta già una grossa opportunità e garanzia per questi ultimi, nonostante esista una graduatoria concorsuale in atto, in quanto, come da art 1 comma 268 lettera b della legge di stabilità, tali soggetti possono esercitare tale diritto alla stabilizzazione fino al 31 dicembre 2023, anche non essendo più in servizio. Specifichiamo, tra l’altro, che numerose unità in servizio presso le vostre amministrazioni e quindi che hanno raggiunto i requisiti di stabilizzazione fanno parte della graduatoria degli idonei, motivo per il quale lo scorrimento della graduatoria non altererebbe i loro diritti.
CHIEDIAMO di supportarci in tali richieste
• Qualora non fosse possibile garantire le cospicue assunzioni, a causa degli elevati contratti a tempo determinato, seguendo giusti principi di meritocrazia, di far terminare questi ultimi, come da contratto, ed inserire e saturare i posti vacanti dando priorità allo scorrimento di graduatoria e solo successivamente alle stabilizzazioni 18 mesi, a maggior ragione del fatto che i contratti a termine stipulati in questi ultimi due anni presentano una clausola di recesso anticipato in presenza di graduatorie concorsuali o al termine dell’emergenza Covid 2019.
• la cessione della graduatoria extraregionale, per le singole unità tra tutti gli idonei e vincitori che ne fanno richiesta. Ciò permetterebbe di consentire agli idonei non residenti in Puglia di continuare a prestare servizio nelle proprie sedi attuali, quindi, di conseguenza, di ridurre le richieste di mobilità in futuro e di aumentare così i posti disponibili per tutti gli idonei pugliesi interessati a restare in pianta stabile nei servizi sanitari regionali.
• Garantire un’adeguata assegnazione delle unità in riferimento alla distanza di residenza, permettendo la scelta dell’azienda di preferenza, come fatto per i vincitori, in base ai posti disponibili. Questo eviterebbe che vengano violati ancora una volta i principi di meritocrazia ai quali ci appelliamo, perché, qualora le stabilizzazioni 18 mesi venissero attuate prima dello scorrimento della graduatoria degli idonei, la nostra scelta sarebbe ridotta alle sedi rimanenti, nonostante il merito di un superamento di un concorso pubblico.
• Proroga della durata della graduatoria al 2026 anziché al 2024.
In questi ultimi mesi, in particolar modo dalla data di pubblicazione della graduatoria, abbiamo assistito a varie dichiarazioni e promesse da parte delle diverse sigle sindacali, a favore delle stabilizzazioni. Nessuna sigla ha però pensato che tra i suoi vari iscritti ci siano anche tantissimi infermieri che non rientrano nelle stabilizzazioni, ma comunque sono idonei di una graduatoria di un concorso pubblico (Infermieri del sistema privato, infermieri liberi professionisti, infermieri del sistema sanitario pubblico extra-regionale, infermieri precari del sistema sanitario pugliese che non rientrano nelle politiche di stabilizzazione). Adesso, siamo noi, infermieri idonei, a chiedere alle vostre sigle di prendere in considerazione la nostra condizione e di concordare con noi una soluzione che sia conveniente per tutte le parti coinvolte. Ci sembra sia lecito, adesso che vediamo ignorare un diritto che ci siamo guadagnati meritatamente, non continuare a restare nell’ombra. Alla luce di tutto questo, chiediamo un incontro ufficiale con tutte le sigle sindacali, per un confronto costruttivo. Qualora non dovessimo ricevere alcuna risposta o segnale di interessamento alla nostra causa, sebbene nessuno di noi, infermieri idonei, si auspichi ciò, ci vedremo costretti alla cancellazione dalle iscrizioni alle varie sigle sindacali a cui apparteniamo”.