“Tanto è stato il vento che ha soffiato ultimamente sul tema dei vincitori di concorso della Polizia di Stato in Puglia che il prossimo 11 dicembre 2023 lasceranno le proprie provincie della nostra regione per trasferirsi in altre città di tutta Italia. Tanti sono stati i tentativi di portare a conoscenza dell’opinione pubblica, cosa produrrà la mancanza di 100 uomini, specializzatisi nel tempo alla conoscenza dei propri territori in special modo sotto l’aspetto degli assetti criminali presenti nei vari luoghi. Tanta vana vicinanza di politici che hanno dichiarato che avrebbero fatto di tutto per far si che questo “scempio” non accadesse”. Ad annunciarlo il segretario Provinciale SAP-BAT Vito Giordano.
“Ma, la realtà è ben altra. L’11 dicembre tutto è compiuto. Cento poliziotti si sposteranno per trasferirsi in tante città d’Italia, molti dei quali al centro nord lasciando la famiglia, figli, tanti dei quali minorenni o nella moltitudine dei casi con pochi mesi di vita. Lo stesso Ministero, che ha fatto “orecchie di mercante”, non ha dato nessuna risposta in merito ad un ampliamento dei posti disponibili in tutta la regione Puglia (voglio ricordare a beneficio di tutti che le vacanze in Puglia totalizzano 70 disponibilità). Eppure le possibilità per garantire la loro permanenza ce ne sono, e tante. Quando si dice che “ciò che fa la destra, la sinistra non ne è a conoscenza”, non è una frase aulica che veniva utilizzata tempo orsono, ma calza con quello che accade in un Ministero che è più garantista nei confronti di persone che lasciano la propria nazione per trovare “felicità” in un’altra (mi riferisco agli extracomunitari con molti dei quali sono molto amico)”.
“Vi riporto un esempio. Se per un genitore “extracomunitario” di un minore nato in Italia, non ci sono le condizioni per permanere sul suolo italiano, questi può richiedere la temporanea autorizzazione alla permanenza in Italia, prevista da una Legge del nostro Stato, in presenza di gravi motivi connessi allo sviluppo psico-fisico del bambino, perché la nuova situazione che si andrebbe a delineare, calzerebbe con una necessariamente situazione di emergenza o di circostanze contingenti eccezionali strettamente collegate alla sua salute. Si può così comprendere la possibilità di un qualsiasi danno affettivo, concreto, percepibile ed obbiettivamente grave che in considerazione dell’età o delle condizioni di salute ricollegabili al complessivo equilibrio psico-fisico del bambino, possono derivare o deriveranno certamente al minore, dall’allontanamento del familiare o dal suo definitivo sradicamento dall’ambiente in cui è cresciuto. Si tratta di situazioni di per sé non di lunga o indeterminabile durata, e non aventi tendenziale stabilità che pur non prestandosi ad essere preventivamente catalogate e standardizzate, si concretano in eventi traumatici e non prevedibili nella vita del fanciullo che necessariamente trascendono il normale e comprensibile disagio del rimpatrio suo o del suo familiare” continua.
“Ora mi chiedo, se questo teorema è valido per un bimbo nazionalizzato italiano, perché non può essere considerato per un genitore, componente di una Grande Famiglia quale la Polizia di Stato, atteso che anche nel Pubblico Impiego, esiste una norma che garantisce ai dipendenti che ne fanno richiesta, con presenza familiare di figli minori di tre anni, di poter permanere nella sede più vicina dove risiede il nucleo familiare, senza oneri per la stessa amministrazione? Non svuotare gli uffici di polizia della nostra regione, unita all’armonia di una crescita sana con la presenza paterna accanto ad un neonato è garanzia di una formazione di una famiglia coesa e rispettosa di un vivere civile, che in questi ultimi tempi, ahimè! sta un po’ scricchiolando. Eppure tutto questo appartiene allo stesso ente”.