“La criminalità barese si contraddistingue per la mancanza di un vertice comune, nonché per la presenza di forti tensioni e conflitti tra i vari clan che, periodicamente, sfociano nella commissione di omicidi finalizzati a contrastare le consorterie avversarie. I fatti di sangue che si sono verificati sono infatti sintomatici dei diversi accesi contrasti tra le fazioni, la causa dei quali deve ritrovarsi proprio nell’attuale assenza di organizzazioni verticistiche e nella presenza, invece, di gruppi criminali che si contendono il territorio per il controllo e la gestione delle più importanti piazze di spaccio e delle estorsioni. In questo ambito, si inserisce l’azione criminale di soggetti anche di giovane età, meno professionali ma più pericolosi, che tentano di insinuarsi nelle aree di influenza di altri sodalizi, oppure di conquistare nuovi spazi di intervento in seno a quelle di appartenenza”. Queste le affermazioni del Comandante provinciale dei Carabinieri di Bari che avvalorano il quadro criminale della città metropolitana di Bari tuttora caratterizzato da una struttura orizzontale, di tipo camorristico e in continua evoluzione.
Anche nel semestre di riferimento, infatti, le frequenti divergenze fra le compagini mafiose baresi e le guerre di potere per il controllo del territorio continuano a rappresentare il leitmotiv degli eventi criminosi cittadini. Dimostrazione nel senso è ricavabile dai delitti registrati nel quartiere San Paolo di Bari, teatro di scontro fra le contrapposte fazioni degli STRISCIUGLIO, dei VAVALLE e dei MISCEO-MONTANI sempre alla ricerca di nuovi o più ampi spazi d’influenza. In tale ambito, il 21 settembre 2022 i Carabinieri hanno eseguito un provvedimento di custodia cautelare a carico di 2 pregiudicati ritenuti responsabili del ferimento di un esponente apicale degli STRISCIUGLIO. Gli esiti investigativi hanno lumeggiato la tensione esistente fra le opposte fazioni criminali nel sopracitato rione, come detto già teatro “di screzi” tra la famiglia VAVALLE e gli appartenenti al clan STRISCIUGLIO.
Sempre nel contesto criminale del quartiere San Paolo, rileva l’attività investigativa conclusa il 27 settembre 2022 che ha messo in luce i conflitti esistenti tra il sodalizio egemone degli STRISCIUGLIO ed il clan MISCEO-MONTANI. Tali indagini sono scaturite proprio dal tentato omicidio avvenuto il 19 marzo 2022 in danno di 2 soggetti uno dei quali vicino ai TELEGRAFO schieratisi con il clan STRISCIUGLIO dopo la scissione con i MISCEO. Non possono peraltro passare inosservate le conflittualità di quest’ultimo sodalizio con quello dei MERCANTE e dei DIOMEDE per il controllo del territorio e la supremazia nel rione San Paolo, come confermato nell’ordinanza di custodia cautelare eseguita, il 15 novembre 2022 dai Carabinieri, a carico di 2 pregiudicati contigui ai TELEGRAFO e ritenuti responsabili dell’omicidio di un esponente dei MERCANTE (2015).
L’analisi suesposta restituisce, pertanto, un quadro di precaria stabilità in ragione dell’aperta contrapposizione con le altre consorterie criminali ed uno stato di fibrillazione interno al clan STRISCIUGLIO i cui diversi gruppi subordinati, spesso in competizione tra loro, nutrono persistenti mire espansionistiche. Basti pensare all’annosa e perdurante criticità relativa ai rapporti con il gruppo criminale, egemone nel più volte citato quartiere San Paolo, che già in passato aveva appoggiato l’ala scissionista del gruppo DI COSIMO RAFASCHIERI intenzionata a sottrarsi all’egida dei PARISI PALERMITI nel controllo del rione Madonnella di Bari. A ciò si aggiunge, nel semestre di riferimento, la contestuale rimessione in libertà di un esponente ad elevatissima caratura criminale appartenente al clan STRISCIUGLIO e di un affiliato di rilievo al contrapposto clan CAPRIATI, circostanza che potrebbe determinare significative ricadute sugli assetti e sulle dinamiche criminali nel territorio barese. Sempre con riferimento al clan STRISCIUGLIO, quest’ultimo risulterebbe attivo, tramite il gruppo dei CAMPANALE, nel quartiere San Girolamo, zona litoranea a nord della città a lungo contesa con i CAPRIATI, come emerge dagli esiti investigativi acquisiti dalla Polizia di Stato che, il 1° agosto 2022, hanno permesso l’arresto di 5 soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Dedito principalmente al traffico di stupefacenti, alle estorsioni e alla gestione del gioco d’azzardo, il clan CAPRIATI, federato con i DIOMEDE-EX MERCANTE, risulterebbe tuttora attivo nel Borgo Antico di Bari e, mediante talune articolazioni, anche nei quartieri San Girolamo-Fesca e San Cataldo, nonché in una vasta porzione della provincia di Bari ed in alcuni centri della BAT. Le frizioni dovute alle mire espansionistiche del contrapposto clan STRISCIUGLIO ed i contrasti con quello dei PALERMITI – PARISI, già palesati in passato nello scontro per il controllo del quartiere Japigia, si aggiungono agli elementi di tensione interni ai CAPRIATI che, tra l’altro, risente ancora degli ambiziosi tentativi di scalata al potere avviati da alcune giovani leve.
Radicato storicamente nel quartiere Japigia di Bari e in ascesa anche in provincia, il clan PARISI, con organizzazione piramidale articolata su vari livelli, sembrerebbe ancora costituito da una serie di autonomi sottogruppi che, seppur con taluni contrasti, operano in sinergia nella gestione delle attività criminali nei rispettivi territori. L’articolazione più influente è quella dei PALERMITI soprattutto nel quartiere Japigia e anche nel quartiere Carrassi, unitamente agli ANEMOLO. Le attività delittuose del clan PARISI-PALERMITI spaziano dalle estorsioni e l’usura al traffico di droga e al riciclaggio. Come già documentato dall’operazione “Levante”, conclusa dalla DIA il 15 febbraio 2022, il sodalizio mafioso possiede una spiccata attitudine ad inserirsi nei legali circuiti economici con finalità di riciclaggio dei proventi illecitamente accumulati. Ulteriore conferma nel senso, si rinviene nell’esecuzione di un decreto di sequestro di beni, operato il 9 settembre 2022 a carico di un pregiudicato di Bari ritenuto vicino al clan PARISI, con cui è stata accertata un’evasione di 1,6 milioni di euro da parte del prevenuto che, nel settore dei giochi e delle scommesse, agiva quale “master per la regione Puglia” alle dipendenze di una società maltese la quale, a sua volta, si sarebbe avvalsa anche di una rete parallela di promotori di gioco. Altrettanto significativo risulta il sequestro eseguito dalla Polizia di Stato il 5 agosto 2022 a carico di 2 pregiudicati baresi esponenti apicali del clan PARISI-PALERMITI, i quali, per occultare gli illeciti profitti avrebbero utilizzato una ramificata rete di prestanome a cui venivano formalmente intestati i beni o le attività commerciali, previo adeguato compenso. Tale metodo avrebbe permesso di acquisire, progressivamente, una posizione di rilievo nella mappatura commerciale del quartiere Japigia a fronte di modestissimi redditi dichiarati. La citata misura patrimoniale ha riguardato il sequestro di società, rapporti finanziari, autovetture e beni immobili, per un valore di circa 1 milione di euro.
Nel panorama criminale della città di Bari i MISCEO, i MONTANI, gli ANEMOLO, i FIORERISOLI, i DI COSIMO-RAFASCHIERI, i LORUSSO e i VELLUTO rappresentano i gruppi satelliti delle principali organizzazioni criminali operando sotto la rigida egida delle stesse. A Bari il traffico di stupefacenti si conferma la principale fonte di arricchimento illecito tanto da poter ritenere che, molto spesso, siano proprio le grandi consorterie a regolamentare anche le modalità di commercializzazione al dettaglio delle sostanze da loro stessi illegalmente introdotte nel territorio. Nello specifico ambito, i sodalizi stranieri, e in particolare quelli albanesi, hanno saputo inserirsi stabilmente nel territorio, espandersi in altre regioni anche non limitrofe ed interagire efficacemente con le organizzazioni autoctone. Emblematico, al riguardo, l’arresto eseguito il 23 novembre 2022 di un albanese già ricercato dal 2014 poiché sottrattosi alla condanna emessa a suo carico dal Tribunale di Bari per traffico internazionale di stupefacenti. L’arresto, operato dall’organo collaterale belga, ha visto la collaborazione della DIA e della Direzione Centrale di Polizia Criminale – Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia (S.C.I.P.).
Sempre la DIA, il 21 dicembre 2022, ha eseguito 15 ordini di carcerazione emessi dalla Procura Generale presso la Corte d’Appello di Bari, nell’ambito dell’operazione “Shefi” (2018), a carico di cittadini italiani e albanesi, tutti irrevocabilmente condannati, a vario titolo, per detenzione e traffico di stupefacenti con l’aggravante, solo per alcuni di essi, della transnazionalità dei reati. Riguardo alle organizzazioni criminali nigeriane, la sentenza di primo grado emessa dal Tribunale di Bari, il 19 luglio 2022 all’esito dell’operazione “Drill” (2019), ha riconosciuto l’esistenza di 2 associazioni nigeriane di tipo mafioso denominate “Supreme Vikings Confraternity”, detti “i rossi”, e “Supreme Eiye Confraternity”, detti “i blu”, attive dal 2016 al 2018 nel Comune di Bari e, più precisamente, nel Centro di Accoglienza per i Richiedenti Asilo del quartiere Palese ove mantenevano la loro base con proiezioni anche in provincia. Entrambe le consorterie, caratterizzate da una rigida struttura gerarchica e da una severa suddivisione dei ruoli, erano basate sulla intransigente osservanza delle regole e della disciplina la cui violazione comportava severe punizioni per gli adepti, costretti anche a partecipare alle riunioni e a versare periodicamente somme di denaro nelle casse comuni. Anche nel semestre in esame, a Bari si è rilevata una cospicua disponibilità di armi, comprovata dai numerosi arresti e dai sequestri eseguiti anche a carico di incensurati.