“In assenza della trasformazione dei rapporti di lavoro del personale precario non sarà possibile prorogare accordi di prossimità in scadenza il 30 aprile prossimo”. È la strada quasi obbligata di fronte alla quale si trovano i sindacati di categoria di Fai-Cisl, Flai-Cgil e Filbi-Uil nel fronteggiare la grave situazione occupazionale in cui versano i Consorzi di Bonifica commissariati di Bari, Taranto e Lecce.
“Una situazione che ha dell’incredibile – commentano Antonio Gagliardi, Paolo Frascella e Dino Salvato, rispettivamente segretari regionali dei sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil -. Avevamo accolto, sebbene con sofferenza, le richieste del Commissario, Dott. Alfredo Borzillo, sulla necessità di attivare gli accordi di prossimità, ai sensi della Legge 148 del 2011, che consente di derogare alla soglia del 20% dei rapporti di lavoro a tempo determinato rispetto ai tempi indeterminati, con l’assicurazione che nelle more sarebbero state attivate procedure di stabilizzazione del personale precario”.
“Non serve dilazionare nel tempo un problema che va risolto alla radice: che senso ha assumere lavoratori a tempo determinato – affermano le sigle dei lavoratori – accrescere le loro competenze per poi scaricarli assumendone altri? Perché non si stabilizzano i rapporti di lavoro già in essere e invece si riprogrammano assunzioni ex-novo, magari con contratti di somministrazione, aumentando così il precariato? Ancora una volta ci chiediamo a chi giovi un’operazione simile?”.
Sono le domande che pongono Frascella, Gagliardi e Salvato in riferimento all’attività dei Consorzi di bonifica pugliesi commissariati, “anche a fronte dell’esistenza di strumenti cui ricorrere – di natura contrattuale e legati a normativa regionale e nazionale – per evitare che le accresciute competenze vadano disperse. Ragione per cui siamo contrari alla proroga di accordi che spostano solo temporalmente in avanti il problema. Ognuno deve assumersi le proprie responsabilità”.
Intanto i quattro consorzi hanno registrato, a partire dagli anni duemila una riduzione di personale che vede l’Arneo passare da 81 a 25 unità; Ugento li Foggi, da 55 a 18; Stornata e Tara, da 98 a 56 e il Terre d’Apulia di Bari, da 220 a 55.
“I consorzi commissariati – commentano ancora i sindacalisti – sarebbero dovuti confluire nel Consorzio Centro Sud Puglia per effetto della legge regionale n. 1 del 2017, ma il percorso non è ancora concluso, anzi richiederà ulteriore tempo, facendo magari dire ai delatori di turno che si tratta di carrozzoni buoni solo a sperperare risorse della collettività. E invece, sul piano occupazionale, da diversi anni i quattro consorzi fanno i conti con una riduzione della forza lavoro pari al 70%, determinato da un costante svuotamento di professionalità, dovuto a pensionamenti e all’assenza di logiche di turnover, indispensabili per garantire le necessità operative dei consorzi stessi”.
In un quadro così carente “ci domandiamo come la gestione commissariale potrà sviluppare progettualità per candidarsi alle risorse previste dal PNRR. Il rischio di essere tagliati fuori è praticamente reale, con grave danno per l’economia del settore agricolo e, quindi, per l’intero territorio”. Intanto decine di figure impiegatizie, “che erano state assunte a tempo determinato per 24 o 36 mesi per sopperire all’assenza di una adeguata operatività ed efficienza degli enti, hanno già cominciato a ricevere il benservito e, progressivamente, per effetto della scadenza del loro contratto, altri lo riceveranno a causa di una gestione che ignora l’urgenza di garantire un organico adeguato, ritenendo viceversa di dover puntare su figure da assumere a tempo determinato, magari attraverso le agenzie per il lavoro”.
“Eppure i consorzi – sottolineano Fai, Flai e Filbi – utilizzano anche risorse pubbliche provenienti dalla Regione Puglia; abbiamo più volte sollecitato l’Assessorato all’Agricoltura affinché fosse posto in essere un serio intervento di indirizzo specifico sull’esigenza occupazionale. E di recente abbiamo sollecitato anche l’Assessorato al Bilancio, titolare della delega alle Risorse Idriche, ma le risposte dal livello politico tardano ad arrivare”.
“Niente ricatti – affermano Frascella, Gagliardi e Salvato -. Interesseremo tutto l’emiciclo del Governo regionale del problema occupazionale, a cominciare dai capigruppo di maggioranza e di opposizione. Ancora una volta il tema lavoro viene mortificato, soprattutto da quelle Amministrazioni che sul territorio svolgono un ruolo fondamentale, favorendo una diffusione del precariato e sottovalutando come la professionalizzazione della forza lavoro faciliti scelte operative e livelli adeguati nello svolgimento dei comparti assegnati”.