“Mandati via, anche dopo solo un mese di lavoro, senza una motivazione valida. Noi la chiamiamo la strage degli innocenti”. A parlare è una ormai ex dipendete di Primark, il colosso irlandese che all’inizio dell’anno ha aperto i battenti nel centro commerciale di Casamassima. Che i contratti fossero di pochi mesi, era una notizia che già ci era arrivata, ma che fossero un modo per fare un ricambio di personale senza precedenti ci sembrava assurdo. In realtà, stando a quanto raccontano alcuni ex dipendenti del negozio barese, la questione è proprio questa. “Quando siamo stati chiamati e prima di iniziare con i corsi di formazione sulla sicurezza e sulla politica aziendale ci è sembrato strano che, senza alcun motivo, i contratti fossero tutti diversi. Chi solo un mese e chi invece 3 mesi. Credevamo fosse solo una diversificazione contrattuale e così, senza farci troppe domande, abbiamo iniziato a lavorare. Oltre a mettere su l’intero negozio, Primark ci chiedeva dei ritmi serrati. Velocità nel mettere ogni cosa in ordine e piegare le robe. Turni anche fino all’una di notte o partendo dalle 5 di mattina. Tutto questo perché la politica aziendale è che Primark non è per tutti. Dopo un solo mese dall’apertura abbiamo iniziato a vedere la gente che si dimetteva perché non riusciva a reggere i ritmi massacranti e anche perché, anche nel consegnare i turni, si riducevano sempre all’ultimo, come se noi dovessimo essere alle loro dipendenze 24 ore su 24. Dopo sono iniziati i licenziamenti, alcuni il giorno stesso in cui scadeva il contratto, altri qualche giorno prima. Le motivazioni sempre le stesse: non rispetti i canoni, non hai la rapidità richiesta oppure non rispetti le sfumature di Primark. Quella più assurda per riduzione di personale. Diciamo assurda perché lo abbiamo visto con i nostri occhi che sono state assunte altre persone dopo che colleghi validissimi sono stati mandati via. Siamo in contatto con altri colleghi che lavorano in altre sedi d’Italia e sono rimasti esterrefatti nello scoprire la durata così irrisoria dei contratti e il fatto che i rinnovi, di soli pochi mesi, fossero così bassi rispetto ai licenziamenti. Sono state mandate via persone che non si sono tirate indietro, con esperienza anche pluriennale in altri negozi, anche quando hanno chiesto cose impossibili. Hanno anche incominciato a mandarci in ferie forzate. Insomma, ci sentiamo usati e gettati via”.
“In Primark siamo molto impegnati nell’offrire un ambiente in cui tutti i nostri colleghi si sentano apprezzati, abbiano buone e flessibili condizioni di lavoro e siano ricompensati giustamente per il lavoro che svolgono. Trattiamo tutti i nostri colleghi in modo equo, e cerchiamo di garantire a tutti un buon equilibrio tra lavoro e vita privata. Proponiamo in tutti i nostri negozi sia ruoli a tempo pieno che part-time, e sono presenti un mix di contratti a tempo indeterminato e a termine, come è diffuso nel settore della vendita al dettaglio. Siamo un’azienda incentrata sulle persone e il feedback dei nostri sondaggi interni nel corso degli anni ha evidenziato che abbiamo una forza lavoro felice e motivata in tutta Italia, anche nel nostro nuovo negozio di Bari, dove oltre l’80% dei 150 colleghi che hanno iniziato a collaborare con Primark quando abbiamo aperto a gennaio è ancora con noi” ha sottolineato l’azienda. “Quando apriamo un nuovo negozio, offriamo un mix di contratti a tempo determinato e a tempo indeterminato, come da standard del settore. Questo ci consente di creare un team che soddisferà al meglio le esigenze aziendali e dei clienti nella nuova sede del negozio. Crediamo nella crescita e nello sviluppo dei talenti a tutti i livelli e forniamo un’ampia varietà di programmi di formazione interni per i dipendenti. Da quando abbiamo aperto il nostro nuovo negozio di Bari, già 10 dei nostri colleghi sono stati promossi a posizioni manageriali. Ci è profondamente dispiaciuto leggere questo feedback da parte di un ex collega del nostro negozio Primark di Bari. Nonostante infatti prendiamo molto seriamente tutti i feedback che riceviamo, questo nello specifico non lo riteniamo rappresentativo della percezione dei nostri colleghi Primark di Bari”.