Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, nella giornata di ieri ha inviato un’altra lettera alla Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali. “Illustre Presidente, con riferimento alla mia convocazione in Commissione Antimafia per la data del 2 maggio p.v. ore 10.30 Le comunico la mia indisponibilità per tutte le ragioni già rappresentate nella mia lettera del 24 aprile u.s. cui si aggiungono, come causa di legittimo impedimento alle ore 10.00 la convocazione della Conferenza delle Regioni e alle successive ore 12.30 dalla Conferenza Unificata convocata dal Ministro Calderoli- si legge -. In ogni caso, essendo mio intendimento essere audito in Commissione, comunico che sono disponibile in ogni momento dal 10 al 30 maggio, a patto che si sia concluso con il voto il dibattito nel Consiglio Regionale della Puglia sulla fiducia richiesto dal centrodestra”.
L’audizione in commissione Antimafia di Emiliano sta diventando un vero e proprio caso, mentre il procuratore di Bari, Roberto Rossi, sarà ascoltato l’8 maggio. Il governatore vuole evitare che l’audizione in Commissione possa avere un peso ed essere strumentalizzata in vista della mozione di sfiducia presentata dal centrodestra. La convocazione di Emiliano per il 2 maggio è arrivata dopo che nella mattinata di ieri era circolata la notizia di una lettera dello stesso Emiliano alla Commissione nella quale sottolineava di non ritenere opportuna in questo momento una sua audizione, come richiesto già una settimana fa dall’ufficio di presidenza della stessa commissione.
La motivazione del governatore stata quella di una serie di delicati impegni legati alla recente fase politica in Consiglio regionale, come la votazione della mozione di sfiducia nei suoi confronti. Da parte dell’organismo parlamentare era arrivata una dura replica: “Il presidente della Puglia Michele Emiliano non può esimersi dal venire in audizione in commissione Antimafia”, avevano commentato alcuni componenti della commissione. Lo stesso Emiliano però ha poi chiarito i termini della vicenda, affermando di avere chiesto solo uno slittamento: “Leggo alcuni lanci di agenzie stampa nei quali si riferisce di una mia presunta indisponibilità all’audizione presso la commissione parlamentare antimafia. La circostanza è falsa e rappresentata malevolmente. A tal fine avevo inviato, fortunatamente, una lettera alla presidente della commissione Antimafia alla quale chiedevo di tenere distinta la mia audizione con il dibattito in Consiglio regionale sulla sfiducia per evitare la strumentalizzazione dell’atto istruttorio parlamentare con l’attività del consiglio regionale, per evitare manovre mediatiche che vedo puntualmente si stanno verificando”. Nella lettera inviata alla presidente della commissione, Emiliano precisa di avere appreso “dalla segreteria della commissione da Lei presieduta della volontà della Commissione di procedere alla mia audizione nelle date alternative del 7, 8 o 9 maggio. Il 7 maggio purtroppo è prevista la seduta del Consiglio regionale nella quale si comincerà a trattare la mozione di sfiducia presentata dalla opposizione nei miei confronti”. “Tale circostanza – aggiunge – rischia di creare una involontaria connessione, ribadisco pur senza volontà di alcuno, tra la mia audizione e il dibattito consiliare sulla fiducia. Credo che sia dovere di tutti evitare una commistione tra le necessità istruttorie della Commissione e la dinamica consiliare immediatamente precedente e successiva al voto di fiducia”. “Anche al fine di evitare strumentalizzazioni politiche – si legge nella lettera – sempre possibili da parte della maggioranza o della opposizione, di una così importante audizione. Sento quindi la necessità istituzionale di preparare e di gestire successivamente l’esito della mozione di sfiducia tenendola ben distinta dalla mia audizione in Commissione Antimafia. Gioverebbe quindi alla serenità di tutti il fatto che io possa affrontare la audizione presso la Commissione Antimafia in tempi e modi significativamente distinti dalla mozione di sfiducia. Salvo che non esistano esigenze oggettive di estrema urgenza che alla luce delle mie conoscenze non sembrano sussistere. Ne consegue la mia richiesta di potere rinviare la mia audizione ad un tempo e ad un contesto che escluda il rischio sopra paventato. Eviteremmo così strumentalizzazioni precedenti e successive alla seduta del Consiglio Regionale”.
Le polemiche non mancano. Il senatore di FdI, Giorgio Salvitti, lo ha accusato di voler “sfuggire alle domande alle quali ha il dovere di rispondere”. Stessa tesi sostenuta dalla senatrice di Italia Viva, Raffaella Paita. Maurizio Gasparri ha invece puntato sull’ironia. “Verremo noi a Bari, ci vediamo a casa della sorella del boss”, le sue parole. “Da lui ci aspettavamo una richiesta di essere audito al più presto”, dice Pino Bicchielli, deputato di Noi Moderati.