“Arriva Omicron con il suo carico di problemi. Dobbiamo affrontare questo nuovo ceppo con le stesse regole con cui abbiamo affrontato le precedenti varianti? Sarebbe un errore. L’arrivo di Omicron credo debba imporre nuove regole di ingaggio, perché la situazione pandemica è completamente diversa. La stragrande maggioranza della popolazione è vaccinata e questo fa la differenza”.
Pier Luigi Lopalco, epidemiologo ed ex assessore alla Sanità della Regione Puglia, fa il punto sul rialzo della curva epidemiologica registrato nelle ultime settimane in Puglia e in Italia. “Prima della campagna vaccinale tentare di bloccare le catene di contagio era l’unico modo che avevamo per impedire l’intasamento del servizio sanitario – spiega -. Con una variante che sciama anche fra gli immunizzati dovremmo invece concentrarci per proteggere coloro che da una infezione posso avere un danno importante, non solo un tampone positivo. Questi sono gli anziani e i fragili, che anche se vaccinati possono non essere sufficientemente protetti e, ahimè, chi non si è vaccinato per scelta”.
“La corsa al tampone di questi giorni potrebbe produrre l’effetto paradossale di intasare il sistema di tracciamento, distraendo risorse umane che potrebbero essere usate per accelerare le vaccinazioni, e dare a centinaia di migliaia di falsi negativi la patente di andare in giro a contagiare allegramente anche i fragili con la falsa sicurezza del tampone negativo – continua -. Per non parlare delle altre centinaia di migliaia di persone in isolamento fiduciario pur essendo vaccinate e con altissima probabilità negative o comunque non contagiose. Il rischio di bloccare un Paese senza ottenere grandi benefici è concreto. Inoltre, il blocco del sistema dei tamponi legato al sovraccarico di richieste, allunga di giorni la diagnosi anche nei sintomatici, che invece ne avrebbero bisogno per poter avviare la terapia”.
“Le regole del tracciamento e della quarantena vanno subito riscritte. Ovviamente tutto questo sarebbe efficace se si applicasse seriamente la politica del green pass rafforzato in ogni luogo in modo da limitare a priori i contatti sociali di chi non è vaccinato – conclude Lopalco -. A mio modesto avviso bisognerebbe in questa fase dare la priorità per l’accertamento con il tampone ai sintomatici, in modo da avviare precocemente il trattamento in caso di positività. Ai contatti asintomatici vaccinati prescrivere semplici regole di precauzione per evitare che entrino in contatto stretto con soggetti fragili (il corretto uso della mascherina potrebbe bastare). Ai contatti non vaccinati, isolamento per 21 giorni senza tampone di conferma”.