Un corriere viene tirato fuori dal suo veicolo da alcuni agenti della Polizia Locale, prima di essere scaraventato e immobilizzato prima a terra e poi contro un muro. Siamo a Taranto e le scene diventati virali hanno scosso l’opinione pubblica. A fare un’analisi di quanto accaduto è l’avvocato Teodoro Nigro, nonché comandante della Polizia Locale di Mesagne.
“Le immagini ed i video divenuti rapidamente virali sul web, dell’accesso diverbio unitamente ad una importante azione di contrasto fisico che ha visto protagonista agenti della polizia locale di Taranto ed un corriere il cui furgone è stato sanzionato perché in sosta sugli attraversamenti pedonali con grave intralcio alla circolazione, è occasione per alcune considerazioni di carattere generale. Per doverosa correttezza nulla si dirà nel merito del fatto oggetto di ulteriore valutazione delle gerarchie del corpo della polizia locale ovvero di chi riterrà di occuparsene. Spiace, però, l’impatto che una azione che nasce di polizia amministrativa sanzionatoria ha avuto tra i cittadini ed in generale tra tutti coloro – migliaia – che hanno osservato i comportamenti avuti in luogo pubblico terminati si vede con l’ intervento in emergenza della Polizia di Stato.
Ora e prescindendo dalle rassicuranti azioni tese alla formale e doverosa ricostruzione del fatto come sopra accennato chiaro è il sintomo di come gli agenti della polizia locale in generale si trovino a contrastare azioni che nascono per esempio come amministrative e contravvenzionali per poi, repentinamente, invadere la sfera della incolumità personale e quindi di ordine e sicurezza pubblica
salvo riverberi di natura penale sia per loro che per i cittadini.
Appare chiaro quindi il sorgere di un problema (direi noto) che lo scrivente indica nella oramai non più “nitida”, normativamente intensa, linea di demarcazione tra l’azione di polizia nazionale e quella di polizia locale del tutto differente per genesi, organizzazione, compiti, funzioni, formazione, addestramento e quindi operatività guidata principalmente, per la locale, da vetusta normativa ovvero da singoli regolamenti comunali che se pur attuali, sono “blindati” dalla appartenenza degli agenti ai singoli Comuni pur se in linea con una normativa regionale atta principalmente all’uniformità.
Ciò posto negli ultimi quindici anni l’autorità nazionale di pubblica sicurezza ha voluto molto coinvolgere, nell’organizzazione di presidi d’azione e programmi proprio su ordine e sicurezza pubblica, i Sindaci e quindi i Comuni per il tramite della “sistematica” partecipazione ai comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza pubblica ovvero con una estensione efficace di accordi di collaborazione e di solidarietà tra prefetture e comuni denominati patti per la sicurezza anche in ossequio ai cd decreti sicurezza (urbana). Ma l’intervento operativo per strada è altro. Come sono altre le colonne portanti normative delle due tipologie di polizie: sintetizzando qui riporteremo il testo unico di pubblica sicurezza con i vari provvedimenti di polizia da un lato ed il testo unico degli enti locali dall’altro con i regolamenti, specifici sul funzionamento dei servizi di polizia locale.
In mezzo la quotidianità e la tendenza, accorta forse ma tecnicamente pregnante, tra esigenze di ordine e pubblica sicurezza ed esigenze di polizia locale ed amministrativa senza in questa sede riportare le note definizioni poste nelle leggi di rango primario a fondamento.
Accordi, patti, collaborazioni, tavoli tecnici, iniziative e circolari utili, moltissimo, in un sistema democratico con numerose polizie a competenza esclusiva e di specialità sul territorio, hanno il chiaro intendimento di spronare verso il bene comune l’azione operativa e quindi il risultato agli occhi anche dei cittadini.
Ma i punti di partenza erano ieri, sono e rimangono oggi differenti ancor più lo saranno quelli di arrivo se l’impianto normativo primario rimane l’attuale nel mentre cambiano le esigenze di intervento. La formazione del personale nella gestione di eventi ed interventi a 360 gradi richiede sistemiche forme di addestramento non inteso come individuali ed estemporanee azioni del singolo corpo di polizia locale allorquando è abissale la spendibilità sul punto tra quello di un comune di tremila abitanti e quello di una città metropolitana . Né possiamo solo immaginare che possa valere il ragionamento tecnico o filologico per analogia ne tanto meno altre forme di coordinamento, spesso estemporaneo e quindi inadatte in questa sede, che non hanno nelle norme dello Stato la propria solida fonte. Eppure le norme e le leggi primarie valgono e vincolano gli uni e gli altri nei rispettivi ambiti organizzativi costituzionalmente previsti. Volendo quindi concludere sarebbe giunto il momento di rendere “nitida” quella linea di demarcazione tra azioni di polizia locale e nazionale partendo nel rivedere, legislativamente e normativamente, gli interessi pubblici – primari e secondari – oggetto di tutela della prima come differenti dalla seconda.
Continuare nell’ “incerto” se pur spesso orientato da atti e provvedimenti amministrativi nazionali, non consentirà mai di acquisire al meglio la professionalità tipica di un operatore di polizia in generale vieppiù se chiamato a contrastare comportamenti umani in luogo pubblico od aperto al pubblico allorché riconducibili a privazioni momentanee della libertà personale. L’augurio è quello di una adeguata ed in parte “rivoluzionaria” nuova norma quadro sulle polizie locali al fine di consentire loro migliori performance operative nella certa separazione però, da compiti e funzioni di polizia nazionale di ordine e sicurezza rivedendo tra le altre la caratteristica oggi vigente di ausiliarità nei modi che vorrà intendere il legislatore primario.
Gli effetti nel medio e lungo periodo saranno tutti posti a beneficio prevalentemente di cittadini ed operatori in chiave di efficienza, diligenza e modernità sempre nell’ambito della competenza territoriale comunale dalla quale si ritiene di non dover mai prescindere evitando anche contrasti interpretativi che, si osserva, attingono illustri rappresentanti istituzionali sempre sul problema del raccordo normativo ed operativo tra le forze di polizia necessitanti oggi sempre più, di binari dritti”.