Alessandro Cataldo, marito dell’ex assessora regionale ai Trasporti Anita Maurodinoia, finito ai domiciliari giovedì scorso e considerato il presunto ideatore del sistema di compravendita di voti utilizzato in occasione delle Regionali 2020 e delle Comunali di Bari, Grumo e Triggiano, ha respinto tutte le accuse e ha negato tutto nell’interrogatorio di garanzia che si è tenuto in giornata.
“È tutto nato da una suggestione investigativa – ha detto al termine dell’interrogatorio di garanzia il suo avvocato, Mario Malcangi – ha negato il pagamento di 50 euro a voto. I problemi di corruzione elettorale sono documentati, ma non sono in alcun modo ascrivibili né fanno capo a lui. Era il coordinatore della campagna elettorale, ma le ipotesi criminose non sono ascrivibili a lui. Capisco la suggestione di credere che un sistema politico di porta a porta e telefonate sottenda un comportamento illecito – ha aggiunto il legale -, eticamente la cosa può essere non compresa dai più”, ma non “sottende illeciti”.
Quanto agli elenchi con i dati degli elettori, Malcangi ha spiegato che sono “tipici delle campagne elettorali per tenere sotto controllo il territorio nel senso migliore del termine, per verificare che tutte le possibilità di voto siano state approfondite. Confidiamo – ha aggiunto – di poter chiarire le cose, anche se ci vorrà di tempo”. Su Armando Defrancesco, accusatore di Cataldo, il legale ha detto che si tratta di “un soggetto su cui va fatta una ponderata valutazione”, e che comunque “si è sempre rifiutato di rendere dichiarazioni alla Guardia di Finanza”. Per Cataldo è stata infine chiesta l’attenuazione della misura cautelare. Dopo Cataldo saranno sentiti la moglie e il figlio di Donatelli, Gaetana Lanotte e Francesco Donatelli.